Non l’elogio della disonestà, ma l’urgenza della conversione di Carlo Silvano Il brano di Luca 16,1-8, conosciuto come la parabola dell’“amministratore disonesto”, è uno dei testi evangelici più sorprendenti e apparentemente scandalosi. Gesù racconta di un amministratore accusato di dissipare i beni del padrone. In procinto di essere licenziato, egli escogita un piano: riduce i debiti dei debitori del suo padrone per farsi amici che lo accolgano dopo la sua rovina. E la parabola si conclude con una frase enigmatica: “Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza” (Lc 16,8). A prima vista sembra che Gesù approvi l’inganno, ma l’intento del Signore non è mai quello di esaltare la disonestà . La tradizione cristiana, dai Padri della Chiesa fino al Catechismo, interpreta questo passo come un invito a riflettere sull’uso dei beni, sulla vigilanza del cuore e sulla necessità di operare scelte sagge per il Regno di Dio. San...