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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

Luca 16,1-8: Non l’elogio della disonestà, ma l’urgenza della conversione

  Non l’elogio della disonestà, ma l’urgenza della conversione   di Carlo Silvano Il brano di Luca 16,1-8, conosciuto come la parabola dell’“amministratore disonesto”, è uno dei testi evangelici più sorprendenti e apparentemente scandalosi. Gesù racconta di un amministratore accusato di dissipare i beni del padrone. In procinto di essere licenziato, egli escogita un piano: riduce i debiti dei debitori del suo padrone per farsi amici che lo accolgano dopo la sua rovina. E la parabola si conclude con una frase enigmatica: “Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza” (Lc 16,8). A prima vista sembra che Gesù approvi l’inganno, ma l’intento del Signore non è mai quello di esaltare la disonestà . La tradizione cristiana, dai Padri della Chiesa fino al Catechismo, interpreta questo passo come un invito a riflettere sull’uso dei beni, sulla vigilanza del cuore e sulla necessità di operare scelte sagge per il Regno di Dio. San...

Dante Alighieri, no ai mercanti dei corpi

  Nel XVIII canto dell’Inferno, Dante e Virgilio scendono nella Malebolge, e lo scenario che si apre davanti ai loro occhi potrebbe sembrare lontano secoli da noi, eppure parla con forza al presente. Sul ciglio del primo fossato, due file di dannati corrono senza sosta in direzioni opposte, frustati dai demoni che li spingono come animali da soma. Non sono anonime ombre: sono coloro che hanno trasformato l’amore e la sessualità in merce, i mercanti di corpi e i seduttori senza scrupoli, che hanno usato le persone come strumenti per il proprio piacere o guadagno.    Dante, nel descrivere questa bolgia, non parla solo del suo tempo, ma sembra anticipare il dramma contemporaneo della prostituzione, che in molte società si discute se “regolamentare” o addirittura normalizzare. Ma cosa significa “legalizzare” un mercato che si fonda sul corpo delle donne (e non solo delle donne)? Significa accettare che l’affetto, la fiducia, la dignità possano essere messi in...

Il Papa non è un diplomatico, ma un profeta del Vangelo

  Il Papa non è un diplomatico, ma un profeta del Vangelo In tempi di conflitti drammatici e devastanti come quelli di Gaza o della guerra tra Russia e Ucraina, molti si domandano perché il Papa non assuma posizioni nette, quasi come se fosse un capo di Stato chiamato a definire strategie militari o diplomatiche. Ma questa aspettativa tradisce un equivoco di fondo: la Chiesa cattolica non è un’agenzia umanitaria né un organismo politico internazionale. La sua natura è diversa, e la sua missione è più profonda. Il compito di negoziare trattati di pace o di mediare tra potenze in conflitto spetta alle istituzioni civili — le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America, e tutte quelle organizzazioni che operano a livello geopolitico e diplomatico. Esse hanno strumenti e responsabilità concrete per fermare i combattimenti, alleviare le sofferenze delle popolazioni e costruire accordi stabili. La Chiesa, invece, è chiamata ad altro. Come Cristo che non si f...

Leone XIV, Siamo chiamati ad amministrare la vita come un dono

  “ Amministrare la vita come dono: l’Angelus di Leone XIV e la sapienza evangelica dei beni” 21 settembre 2025 - Oggi, nel suo Angelus, papa Leone XIV ha offerto una riflessione densa di sapienza evangelica a partire dalla parabola dell’amministratore infedele (Luca 16,1-13). Le sue parole hanno il pregio di andare oltre la superficie di un racconto apparentemente ambiguo, per mostrare come esso riveli il cuore dell’esperienza cristiana: la vita stessa è il bene più prezioso che abbiamo ricevuto in dono, e di essa siamo chiamati a renderne conto. Il Pontefice ci ricorda anzitutto una verità fondamentale: non siamo padroni né della nostra esistenza, né delle risorse di cui godiamo. Tutto ciò che possediamo è affidato alle nostre mani come un patrimonio da amministrare con responsabilità. In un mondo che spesso esalta il dominio assoluto dell’individuo, questa prospettiva capovolge i criteri correnti: il cristiano non accumula per possedere, ma custodisce per ...

Il fuoco che Gesù non tace: perché l’inferno non è un’invenzione, ma una verità di fede

  Il fuoco che Gesù non tace: perché l’inferno non è un’invenzione, ma una verità di fede di Carlo Silvano Nel cuore del Vangelo non troviamo soltanto le parole di consolazione di Cristo, ma anche i suoi severi avvertimenti. Gesù non ha esitato a parlare con realismo dell’inferno: la parola Geènna attraversa i suoi discorsi con forza, così come le immagini del fuoco inestinguibile, delle tenebre esteriori, del pianto e dello stridore di denti. Egli non intendeva costruire un linguaggio di paura, ma richiamare gli uomini alla serietà della libertà. Se l’amore è dono gratuito, allora esiste anche la possibilità di rifiutarlo; e l’inferno, in ultima analisi, è la conseguenza tragica e definitiva di un “no” ostinato a Dio. Negare l’inferno significa alterare le stesse parole del Signore. Cristo non ha parlato di una vaga possibilità, ma di una realtà concreta, inscritta nel mistero della giustizia divina. «Andranno al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna» (Matteo...

La figlia del professore: il silenzio che chiede redenzione

    L a figlia del professore: il silenzio che chiede redenzione “ La figlia del professore” non è soltanto un romanzo: è una meditazione sulla fragilità umana, sul peso delle scelte e sull’urgenza di recuperare un orizzonte di senso che vada oltre le ideologie. La storia di un padre e di una figlia che non hanno nome, volutamente privi di un volto definito, diventa parabola universale, capace di parlare a chiunque si lasci interpellare. Il professore incarna la disillusione di una generazione che ha creduto nelle promesse della politica e delle ideologie, salvo scoprire che esse non bastano a rispondere agli interrogativi profondi dell’esistenza. La figlia, invece, è il volto ferito di una giovinezza che cerca amore e riconoscimento, e che finisce per smarrirsi quando la famiglia tace o abdica al suo compito educativo. Il romanzo non è mai moralistico, ma profondamente morale: mostra che la verità non risiede negli slogan o nei compromessi, bensì nella capacità di guarda...

Credere in se stessi è il primo passo per non lasciarsi rubare la dignità

  Ogni vita è una possibilità che merita rispetto: credere in se stessi è il primo passo per non lasciarsi rubare la dignità.  Questo è uno dei messaggi più forti che attraversa le pagine de La figlia del professore. Una storia che non parla solo di una giovane donna e di un padre incapace di guidarla davvero, ma di ciascuno di noi, delle scelte che compiamo, delle cadute e dei silenzi che rischiano di segnarci. Il romanzo invita a riflettere sul valore della vita e sul coraggio di non smettere mai di credere nelle proprie possibilità, anche quando tutto sembra perduto.  Per chiunque creda che la dignità non sia negoziabile e che ogni vita abbia un valore unico, "La figlia del professore" potrebbe essere una lettura capace di toccarlo da vicino. Per informazioni e per reperire il volume cliccare sul seguente collegamento: La figlia del professore

Il volto quotidiano della Chiesa: la famiglia come luogo di speranza secondo papa Leone XIV

  Il volto quotidiano della Chiesa: la famiglia come luogo di speranza secondo papa Leone XIV di Carlo Silvano   Sabato 6 settembre 2025 papa Leone XIV ha voluto salutare le famiglie riunite nella piazza del Governatorato in Vaticano, tra giochi, musica e il clamore gioioso dei bambini che lo hanno accolto con un applauso spontaneo; un’immagine semplice eppure carica di significato, raccontata nei resoconti pubblicati dall’ Osservatore Romano e da Vatican News. È quel gesto — la presenza del Pontefice in mezzo alle famiglie, il suo sorriso rivolto ai più piccoli — che fornisce la lente attraverso cui leggere oggi la vocazione domestica: non un ideale astratto, ma una missione concreta che si esercita attorno ai gesti quotidiani della cura e dell’ascolto.   La famiglia, nella dottrina conciliare e nel Catechismo, è definita «chiesa domestica»: non perché sostituisca la comunità cristiana più ampia, ma perché in essa si vive e si trasmette la fede in modo prim...