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Visualizzazione dei post da 2010

Una Chiesa di frontiera

QUINTO DI TREVISO - Questa sera c'erano circa 140 persone ad ascoltare Gewargis SLIWA, metropolita di Baghdad, nell'auditorium della chiesa parrocchiale a Quinto di Treviso. La serata è stata promossa e organizzata dal parroco don Artemio Favaro e dal suo valido collaboratore don Filippo, il quale ha fatto da interprete. Il vescovo Sliwa, reduce dal Sinodo delle Chiese orientali appena terminato a Roma, ha parlato delle sofferenze che i cristiani iracheni stanno sperimentando sulla propria pelle in questi ultimi sette anni, da quando gli eserciti occidentali hanno invaso il suo Paese per liberarlo dalla dittatura di Saddam. Omicidi, attentati e rapimenti sono all'ordine del giorno e molte famiglie di cristiani hanno deciso di lasciare l'Irak per cercare - ad esempio in Canada - migliori condizioni di vita e, soprattutto, per sfuggire alle violenze. Il vescovo Sliwa ha iniziato la sua "conversazione" parlando delle radici della sua Chiesa, la quale risale alla

Il carcere di Treviso raccontato da don Pietro Zardo

TREVISO - Ha conosciuto il mondo carcerario nel 1996. Prima di allora non era mai entrato in un penitenziario, e proprio ripensando a quel “primo” giorno trascorso a percorrere corridoi e locali dove dappertutto ci sono cancelli, porte blindate e sbarre, don Pietro Zardo ricorda che provò un'emozione molto strana, quasi inquietante. Da circa quattordici anni don Pietro è cappellano della Casa circondariale di Treviso, un luogo per molti aspetti disumano dove vige la regola della sopravvivenza. “Ciascuno vive per sé – riferisce don Pietro – e non esiste quel sistema relazionale che ti permette uno scambio di sentimenti umani, come quelli legati all'accoglienza, alla fiducia, alla solidarietà. Non ci sono aree comuni e anche i pasti vengono consumati in cella. Col tempo non mi sono più posto certe domande e sono cresciuto sul campo, perché quando ho accettato di fare il cappellano a Santa Bona non avevo una specifica formazione. Subito, però, capii che non bisogna commettere cer

Montebelluna, alla libreria di Danilo Zanetti

Tra qualche giorno parteciperò come moderatore ad un incontro sul carcere di Treviso organizzato da Danilo Zanetti presso la propria libreria a Montebelluna (Treviso). Danilo non solo è il "libraio" storico di Montebelluna, ma anche editore e presidente dell'Associazione degli Editori del Veneto. [ nella foto sono con Danilo Zanetti, Loggia dei Cavalieri di Treviso, ottobre 2010 ] Qui di seguito inserisco il comunicato stampa predisposto per la serata. Venerdì 15 ottobre 2010, alle ore 20.30 a Montebelluna presso la Libreria Zanetti in piazza Oberkochen si terrà un incontro su IL CARCERE DI TREVISO: ALBERGO O LUOGO DI PENA ? Interverranno: avv. Maria BORTOLETTO ( cons. prov. ANVGD ) dr. Carlo SILVANO ( sociologo ) don Pietro ZARDO ( cappellano della casa circondariale di Treviso ) Nel corso della serata verrà presentato il libro di don Pietro Zardo intitolato " Condannati a vivere. La quotidianità dei detenuti del carcere di Treviso raccontata dal suo cappellano &quo

Combattere l'usura recuperando i protestati

NAPOLI - Il mercato del credito non va liberato solo da società finanziarie fittizie o, comunque, legate a personaggi poco credibili, ma va anche bonificato da quell'esercito di soggetti protestati che lo inquinano. Anche di questo problema parlo con l'avv. Agostino La Rana , da anni impegnato ad arginare il fenomeno dell'usura che, proprio tra i protestati, attinge molte delle proprie vittime . Avv. La Rana, che significa essere protestati ? Se firmo un assegno o una cambiale e il primo risulta essere scoperto (perché sul mio conto corrente non ci sono sufficienti fondi) o non pago la seconda, un notaio può certificare il mancato pagamento del mio debito; questo fatto diviene pubblico attraverso appositi registri, rovinando la mia reputazione. Può descrivere la realtà dei protestati a Napoli e provincia ? Drammatica. Tra l’altro proprio un comune in provincia di Napoli - Sant’Antonio Abate - detiene il primato nazionale della densità di protestati. Quali sono le categorie

La Sim De Asmundis? Un brutto capitolo per i risparmiatori!

NAPOLI - Lo scandalo della "Banca popolare del Meridione" evidenzia ancora una volta la necessità di garantire maggiori tutele ai risparmiatori. Numerosi gli scandali legati a promotori finanziari senza scrupoli, come quello legato alla Sim De Asmundis. Proprio per ricordare questo episodio e trarne una lezione, ne parliamo, con l'intervista che segue, con l'avv. Agostino La Rana , fondatore dell'Associazione antiusura Arpa e autore di numerose e apprezzate pubblicazioni nel settore finanziario. Avv. La Rana, può descrivermi, in sintesi, la storia della Sim di De Asmundis ? Nel 1996 una Società d'Intermediazione Mobiliare napoletana fallì e si trovò nelle condizioni di non poter più rimborsare i risparmiatori che le avevano affidato i propri soldi da amministrare. Quanti risparmiatori sono stati coinvolti nell'operazione di questa Sim ? Le cronache dell'epoca riferirono di circa 900 soggetti. In genere a quale ceto appartenevano i risparmiatori della S

La tragedia delle foibe: una lezione da non dimenticare

Lo scorso 22 marzo a Catena di Villorba (Treviso) sulla tragedia delle foibe si sono confrontati – nel corso di una serata culturale promossa dalla locale sezione dell'Associazione Trevisani nel Mondo –, lo storico Arrigo Petacco e il teologo Antonio Guidolin . Nel corso del dibattito è stato anche evidenziato come le cosiddette “pulizie etniche” di ieri (si pensi al genocidio degli armeni o agli italiani infoibati in Istria), come quelle di oggi (ad esempio i massacri in Ruanda, Nigeria, Sudan e Irak), trovino un terreno favorevole in quelle società dominate da pseudo valori e pregiudizi razziali. E in questi giorni, proprio a Villorba – nei pressi del parco commerciale di via Fratelli Rosselli –, ho notato una scritta, accompagnata dal simbolo dei nazisti, contro il popolo dei rom. Comprendo l'insofferenza e il disagio che può provare chi ha subito furti o altre violenze proprio da parte di quei rom che non rispettano le regole del vivere civile, ma sono anche convinto che bi

La Svizzera, i minareti e l'Europa

Ognuno è libero di pensare ciò che vuole sulla promozione e l'esito del referendum svoltosi lo scorso mese di novembre in Svizzera sulla questione dei minareti, ma di fronte ai proclami di un'ipotetica guerra santa che recentemente il dittatore libico Muammar Gheddafi ha lanciato contro il governo di Berna, è doveroso che tutta l'Europa faccia quadrato attorno alla Confederazione elvetica per ribadire come abbiano salde radici - nel nostro continente - sia la laicità dello Stato che la libertà dei singoli elettori di esprimersi liberamente anche su certe questioni di carattere religioso. D'altronde il divieto di costruire minareti non intacca la libertà di culto degli islamici che risiedono in Svizzera. Esaminare quanto sta accadendo tra Libia e Svizzera o, meglio, tra il clan del dittatore Gheddafi e la Confederazione elvetica, è importante anche per comprendere quali scenari si possono eventualmente verificare in futuro in quei Paesi occidentali che possano ritenere

Tuteliamo la lingua italiana

Berna – Pur essendo una delle lingue ufficiali della Confederazione elvetica, l'italiano fatica a godere di un'uguaglianza completa, e gli italofoni, in non pochi casi, devono esprimersi in tedesco o in francese. Affrontare la questione linguistica in Svizzera è affare complesso perché sono tanti gli aspetti da valutare e certi dati, come quelli relativi agli svizzeri che usano l'italiano come prima lingua, vanno letti con attenzione, per evitare di offrire un quadro che non rispecchi la realtà. Dello stato di salute della lingua di Dante Alighieri in Svizzera parliamo, con l'intervista che segue, con Bruno Moretti , professore ordinario di linguistica italiana all'Università di Berna e condirettore dell'Istituto di Lingua e Letteratura italiana. Prof. Moretti, lo status di lingua ufficiale della Confederazione elvetica garantisce effettivamente alla lingua italiana – secondo lei – pari dignità rispetto a quella tedesca e a quella francese ? Da un punto di vist