Qui di seguito propongo un intervento a firma di Gianfranco Perali (foto in alto)
Oltre alle lucide osservazioni di Alessandra Callegari sui temi dell’intervista con le quali in gran parte concordo e in similitudine con la vicenda della Protezione civile, volevo sottolineare una ulteriore mancanza dell’attuale Amministrazione comunale che riguarda la vicenda della locale Pro loco sparita dai radar dopo le ben note vicende.
Per sottolineare la “lungimiranza” di chi ci amministra riporto quello che compare alla voce di Wikipedia sulle Pro loco:
“dal latino, letteralmente «a favore del luogo» sono associazioni locali, nate con scopi di promozione e sviluppo del territorio”.
E prosegue:
“Nella maggioranza dei casi, le pro loco nascono per ovviare al bisogno di cittadini ed operatori turistici di […] migliorare la qualità della vita nella propria località. Difendere il patrimonio culturale, ambientale e storico del paese e promuoverne la conoscenza […] che, in questo modo, innescano un meccanismo di potenziamento delle attività legate al turismo. In alcuni casi sono le stesse Amministrazioni comunali che stimolano la nascita di una pro loco nella speranza che la stessa risolva … le pastoie burocratiche in cui si impantanano spesso gli Enti pubblici nella realizzazione di un’iniziativa …
Nel peggiore dei casi, la pro loco viene fatta nascere come strumento politico e soprattutto partitico, in questo caso avrà vita breve e travagliata[…]”.
Ecco senza aggiungere altro chi legge capirà la triste storia della nostra Pro loco che da potenziale risorsa per il territorio è stata trasformata in una “riserva” da utilizzare alla bisogna, vuoi per sfalciare l’erba o organizzare in fretta la sagra della polenta privando di fatto il territorio comunale del minimo, ma utile strumento (se ben indirizzato) atto a promuovere iniziative per attirare turismo (che sarebbe lo scopo delle Pro loco) in un comune che (dati 2019) registra 90 mila notti l’anno di presenze col 40% di stranieri. Certo molte di quelle notti sono da addebitare a operatori imprenditoriali e non a turisti, ma questi se impressionati positivamente avrebbero potuto essere veicolo di promozione e/o loro stessi ritornare a scopo turistico magari con famiglia o amici.
Se alla Pro loco fossero state date linee di indirizzo e qualche risorsa per far funzionare un servizio di informazione estivo, per il miglioramento delle passeggiate, dei giardini, dei percorsi ciclabili, per la realizzazione di un “museo del paesaggio rurale a cielo aperto” (gli esempi da cui copiare non mancano), per attrezzare un percorso ciclo-pedonale alla scoperta delle ville (che sono 12) che insistono sul territorio villorbese, per valorizzare Fontane Bianche; se l’Amministrazione avesse avuto il coraggio di realizzare (riutilizzando qualche spazio semi-dismesso da riattare) un Ostello per la gioventù sviluppando il turismo giovanile (anche qui gli esempi a cui fare riferimento non mancano), o un campeggio rurale estivo, o un’area sosta camper (sapendo che questo turismo itinerante sta esplodendo anche in Italia e ci sono Comuni che hanno meno da offrire, ma dotati di un parcheggio per i camperisti) promuovendo contemporaneamente la moblità slow e la connessione con la città di Treviso e Venezia, ma anche di Conegliano, Vittorio Veneto attraverso la ferrovia (con qualche convoglio in più con sosta a Lancenigo)… Ecco se attraverso la regia dell’Amministrazione, coinvolgendo anche i privati, si fosse data concretezza all’iniziativa della Pro loco, forse avremmo fatto fare un salto di qualità all’intera area urbana, sviluppato anche nuove opportunità di occupazione, dato sostegno ai commercianti locali e promosso il territorio villorbese. Se…
(Gianfranco Perali)
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