Guardare oltre senza perdersi:
la fede nell’epoca del controllo
Nel XX canto dell’Inferno, Dante Alighieri pone lo sguardo su un limite eterno dell’uomo: la sete di conoscere ciò che non gli appartiene. Gli indovini e i maghi, puniti con la testa rivolta all’indietro, sono il simbolo di chi ha voluto violare il mistero del tempo e del disegno divino. La loro condanna è tanto fisica quanto spirituale: il desiderio di guardare troppo avanti li ha resi ciechi al presente.
Questo episodio, apparentemente lontano, parla in modo sorprendentemente attuale alla coscienza cristiana di oggi. Viviamo in un’epoca che idolatra la previsione, il controllo, la misurazione di ogni cosa: algoritmi che predicono i nostri gusti, statistiche che pianificano il futuro, tecnologie che promettono di sconfiggere la morte. In questa corsa, la fede rischia di diventare un residuo del passato, un linguaggio fragile in mezzo al rumore della certezza.
Eppure, Dante ci invita a un altro tipo di sguardo: quello della sapienza umile, che accetta il mistero come luogo di incontro con Dio. La fede non è ignoranza o rinuncia alla ragione, ma riconoscimento del limite. È il coraggio di dire “non so”, senza smettere di fidarsi. Il cristiano di oggi, immerso in un mondo che chiede prove e risultati, è chiamato a testimoniare che la vita non è solo calcolo, ma anche attesa, speranza, abbandono fiducioso.
Dante stesso, nel suo viaggio, mostra che la pietà umana deve cedere alla consapevolezza della giustizia divina. Non per indifferenza, ma per fede: comprendere che Dio vede più lontano di noi. Anche per i cristiani di oggi questo è un esercizio quotidiano: lasciare che l’intelligenza della fede purifichi l’emozione, che la fiducia prevalga sulla paura.
La fede contemporanea è dunque una sfida di equilibrio: credere senza possedere, comprendere senza dominare. In un tempo in cui l’uomo vuole prevedere tutto, il credente sceglie di vivere nel tempo di Dio, che è il presente. È qui che la fede diventa resistenza alla disperazione e apertura al mistero.
Forse il vero miracolo oggi non è conoscere il futuro, ma restare fedeli in un mondo che cambia ogni giorno. Accettare di non vedere tutto, ma di vedere abbastanza per camminare. Come Dante, anche il cristiano attraversa l’oscurità non con la certezza, ma con la luce discreta della fiducia, ovvero quella che illumina un passo alla volta, e che basta per non smarrirsi. (Carlo Silvano)
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul seguente collegamento: Libri di Carlo Silvano






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