Passa ai contenuti principali

"La bambina della masseria Rutiglia": 91 anni fa

Oggi la protagonista de "La bambina della masseria Rutiglia", racconto ambientato tra Pollena e Cercola durante la Seconda guerra mondiale, avrebbe compiuto 91 anni: qui di seguito propongo alcune riflessioni personali sul primo brano del racconto.

«È appena l’alba con le gocce d’acqua color argento a coprire i sottili fili d’erba del ciglio del viottolo di campagna percorso da Carmelina che si è appena lasciata alle spalle la stalla dell’antica masseria “ Rutiglia”: anche quella mattina si era vestita in fretta e ora con sé portava il solito fiasco pieno di latte, facendo attenzione a dove metteva i piedi. Per tutta la notte aveva piovuto e tante erano le pozzanghere lungo la stradina sterrata che attraversava frutteti e vigneti».

Il brano tratto dal racconto “La bambina della masseria Rutiglia” dipinge un'atmosfera tranquilla e pacifica all’alba, dove la bambina protagonista, Carmelina, si muove con il candore e la delicatezza tipica della sua giovane età. A soli dodici anni, la sua anima pura e innocente è evidente attraverso il modo in cui osserva e apprezza la bellezza della natura che la circonda.

Le gocce d’acqua color argento che coprono i fili d'erba del ciglio del viottolo di campagna suggeriscono una scena affascinante e quasi magica. Carmelina si sposta con attenzione, prendendo cura di non disturbare la quiete e la serenità del suo ambiente. Nonostante la fretta con cui si è vestita, porta con sé il fiasco di latte, simbolo della sua responsabilità e del suo amore per la sua famiglia.

La descrizione delle pozzanghere lungo la stradina sterrata rivela le conseguenze della pioggia notturna, ma Carmelina affronta questo ostacolo con determinazione. La sua preoccupazione nel fare attenzione a dove mette i piedi dimostra la sua premura per evitare di sporcarsi o cadere, evidenziando ancora una volta la sua natura premurosa e attenta.

Il candore di Carmelina è enfatizzato dalla sua giovane età e dalla sua dedizione alla sua famiglia. Nonostante le difficoltà e le condizioni avverse, lei affronta le sfide quotidiane con un cuore pieno di affetto e preoccupazione per coloro che le stanno intorno. Il suo impegno nel portare il latte a casa è un segno tangibile del suo desiderio di contribuire e prendersi cura dei suoi cari.

Questo brano offre una visione tenera e affascinante del mondo attraverso gli occhi di una ragazzina, mettendo in evidenza il suo candore e il suo amore per la sua famiglia. Anche la sua purezza d'animo si riflette nella sua attenzione ai dettagli e nella sua dedizione a compiere le sue responsabilità, nonostante le difficoltà che potrebbe incontrare lungo il cammino.

_______________

Le due edizioni del racconto - entrambe pubblicate da Youcanprint - si possono ordinare presso tutte le librerie oppure rivolgendosi direttamente all'editore cliccando sul seguente collegamento  La bambina della masseria Rutiglia

Commenti

Post popolari in questo blog

Nizza, città francese o italiana?

Intervista allo storico e politico Alain Roullier-Laurens LA CITT À DI NIZZA RIPENSA AL SUO PASSATO ITALIANO Ha dato i natali a Giuseppe Garibaldi, artefice dell'unità nazionale Perché in certi libri scolastici non si parla della cessione della città di Nizza e della regione della Savoia da parte del governo di Torino a quello di Parigi nel 1860? Da questo interrogativo prende lo spunto l'intervista che segue, rilasciataci da Alain Roullier-Laurens , fondatore della “ Lega per la restaurazione delle libertà nizzarde ”. Nato a Nizza nel 1946, Alain Roullier-Laurens discende per parte di madre da una famiglia residente a Nizza ancor prima del 1388, anno della dedizione ai Savoia, ed è autore di numerosi libri che hanno provocato scalpore - ogni volta che sono usciti - sull'ideologia indipendentista nizzarda, sui retroscena dell'annessione e del falso plebiscito. I libri di Alain Roullier si basano su documenti inediti ed adoperati per la prima volta, come

ROBERT ROSSI, LA FRANCESIZZAZIONE DI TENDA È INIZIATA CON I BAMBINI DELLA SCUOLA

TENDA - « Mi chiamo Robert Rossi e sono nato nel 1944: mia madre è brigasca e conobbe mio padre che svolgeva il servizio militare ne lla GAF, cioè la guardia di frontiera proprio a Briga Marittima. Dopo l’8 settembre del 1943 mio padre fu catturato dai nazisti e portato in Germania, ma finita la guerra ritornò a Briga e si sposò con mia madre per venire a mancare nel 2009 ». Inizia con queste parole l’intervista concessami da Robert Rossi (qui sotto in foto), nato italiano nel 1944 e diventato francese nel 1947, quando il comune di Tenda fu ceduto alla Francia in seguito al Trattato di Parigi. Signor Robert Rossi, a Tenda che lingua si parlava fino al 1945? E qual era il dialetto più diffuso? Oggi qualcuno a Tenda e a Briga parla ancora in dialetto? Fino al 1947 i comuni di Briga Marittima e Tenda rientravano nei confini dell’Italia e quindi la lingua ufficiale era l’italiano. A Briga Marittima era molto diffuso il dialetto locale, cioè il «brigasco», mentre a Tenda

Il dono dell'amicizia tra un sacerdote e una laica

Poche ore fa è stato chiuso in tipografia la seconda ristampa del volume " Il dono dell'amicizia ", a firma di don Olivo Bolzon e di Marisa Restello . Qui di seguito la presentazione scritta dai due Autori che descrivono la propria quotidianità vissuta insieme all'insegna del dono del celibato e del sacerdozio. Presentazione È l’occasione per ringraziare i nostri lettori che hanno accolto questa semplice testimonianza sincera e gioiosa e tanti altri che ce l’hanno chiesta e desiderano partecipare a un dono prezioso per tutti, oggi soprattutto. Proprio in questi giorni un caro amico è venuto a trovarci e a leggere insieme un piccolo brano che, secondo lui, era il centro del messaggio. Insieme abbiamo constatato che il cammino della liberazione non è né un fatto di bravura, né una via tracciata e uguale per tutti. La relazione uomo-donna diventa sempre più liberante nella misura in cui va oltre ogni problematica e si fa comunione. Pensando alla comunione, per noi