Ieri sera ho conosciuto don Aniello Manganiello: ho avuto modo di ascoltarlo ad un incontro pubblico svoltosi nella Casa della Comunità di Villorba (Treviso), e sono rimasto colpito dalla sua semplicità nel presentare la propria testimonianza di prete impegnato - alla luce del Vangelo - a fronteggiare la camorra, così da tutelare le persone più deboli del quartiere di Scampia, a Napoli, dove è stato parroco per circa sedici anni. L'esperienza pastorale di don Aniello è contenuta anche nelle pagine del volume "Gesù è più forte della camorra" indirizzato non solo ai credenti, ma a tutte le persone che vogliono comprendere la realtà di Scampia che, tra l'altro, è stata squallidamente rappresenta anche da scrittori molto noti e - purtroppo - anche molto "lontani" dalla vita dei tanti cittadini che con coraggio ed onestà continuano a vivere in questo quartiere.
Nel suo lungo intervento don Aniello si è soffermato sull'onestà e sulla bontà d'animo della maggioranza delle persone che vivono in quella periferia, ma che, purtroppo, vengono oscurate dalle attività delinquenziali di una minoranza, anche se consistente, di soggetti.
Sono convinto, e ieri ne ho avuto un'altra conferma, che tutte le organizzazioni criminali (mafia, camorra, sacra corona unita, ecc.) possono essere debellate e le comunità che oggi sono sotto il loro giogo possono essere bonificate sia sotto il profilo umano che economico. Come ha ha fatto ben intendere don Aniello, la camorra può essere sconfitta solo con la reale presenza delle istituzioni dello Stato, ma anche della Chiesa cattolica, del volontariato e di tutte quelle organizzazioni civili che hanno a cuore la legalità e la promozione del bene comune. Risanare Scampia si può e si deve farlo.
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