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Battaglia di civiltà?

Di tanto in tanto c'è qualche politico che usa l'espressione "battaglia di civiltà" per presentare un proprio progetto o disegno di legge, ma, a nostro avviso, quest'espressione non ha alcun senso perché sempre più spesso le leggi che hanno un presunto contenuto etico vengono approvate da striminzite e risicate maggioranze parlamentari a seguito di contrattazioni che poco o nulla hanno a che vedere con la politica intesa, quest'ultima, come promozione del bene comune. 

Nel nostro Paese sta avvenendo una forte disgregazione sociale e quelli che per alcuni cittadini sono dei valori imprescindibili, per altri cittadini sono pseudovalori e barbarie da combattere, e viceversa. La composizione del nostro Parlamento riflette bene, purtroppo, la frammentarietà della società italiana dove un crescente individualismo porta ogni singola persona ad avere una propria morale e una propria visione della società. 

Una "battaglia di civiltà" può essere tale solo se il progetto di legge che si vuole approvare è carico di un preciso bagaglio di valori etici e morali condiviso da una chiara e marcata maggioranza della popolazione, mentre usare quest'espressione per portare avanti gli ideali o gli interessi di una minoranza significa fare violenza sul resto della cittadinanza e provocare nuove lacerazioni che renderanno più "incivile" il nostro Paese.
 
Gianfranco Perali
Carlo Silvano
(Circolo socio-politico "Sen. Lina Merlin" - Villorba)




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