Gesù, amico o Dio ?
Nel corso della storia molte sono state le interpretazioni e le relazioni umane attribuite a Gesù Cristo. Tuttavia, è cruciale riflettere sulle parole stesse dei Vangeli, che ci rivelano una verità fondamentale: Gesù è una delle tre persone della Santissima Trinità, e quindi è Dio. La sua divinità, sottolineata chiaramente nei Vangeli, ci invita ad adorarlo e ciò va oltre il semplice rapporto amichevole.
Nei Vangeli, Gesù si rivolge ai suoi discepoli chiamandoli amici con queste parole: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Giovanni 15,15). Questa affermazione, pur esprimendo una relazione di profonda intimità, non deve farci perdere di vista la sua divinità.
Nelle Sacre Scritture, emerge chiaramente il messaggio della divinità di Gesù. Il Vangelo di Giovanni, ad esempio, inizia affermando che “Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio” (Giovanni 1,1). Questo non è solo un riconoscimento della divinità di Gesù, ma anche una testimonianza della sua eternità.
Se consideriamo Gesù come un amico, rischiamo di ridurlo a una figura umana, sottovalutando la sua natura divina. Il pericolo consiste nel calare il Figlio di Dio in una dimensione limitata, trascurando la sua sovranità e il ruolo cruciale nella redenzione dell’umanità.
Chiamare Gesù “amico” senza riconoscere la sua divinità può portare a un’errata percezione e ad una riduzione della sua maestosità. La blasfemia si manifesta quando trattiamo il Divino come se fosse umano, collocandolo su un piano paritario con noi stessi. Riconoscere la divinità di Gesù è fondamentale per mantenere un rapporto di adorazione e rispetto.
Gesù è, senza dubbio, un amico per coloro che lo seguono, ma la sua amicizia è permeata dalla sacralità della divinità. I Vangeli ci invitano ad adorarlo, riconoscendo che è il Figlio di Dio venuto sulla terra per portare salvezza e redenzione. Evitiamo di ridurlo a una figura umana, mantenendo un sano rispetto per la sua divinità ed evitando il pericolo della blasfemia. In questo modo, possiamo abbracciare la completezza della nostra relazione con Gesù e col suo aiuto “toccare” le vette della divinità.
Commenti
Posta un commento