TREVISO. «“Covid traveller” significa letteralmente “Viaggiatore covid”, il viaggiatore in questo periodo di emergenza Covid: una nuova figura professionale nata sull’altrettanto nuova figura professionale del “Covid manager”». A parlare è Stefano De Longhi che spiega come è nata l’idea che ha fatto nascere questa nuova professione. «E’ da febbraio 2020 che sto monitorando questo virus e, un po' come tante persone, pensavo che sarebbe passato come tutti gli ultimi virus che ci sono stati. Poi, però, ci hanno messo in isolamento nei mesi di marzo, aprile e maggio e allora ho cominciato a capire che questo virus non era affatto come gli altri. A giugno hanno poi riaperto, ma osservavo che le persone intorno a me erano molto spaventate, preoccupate per non dire terrorizzate da questo virus, e così a riflettere su come potevo rivelarmi utile per la comunità, cioè come potessi apportare il mio contributo. Avevo cominciato a sentire di aziende che stavano in serie difficoltà per quarantena, causa dipendenti viaggiatori o imprenditori che rientravano da viaggi di lavoro all’estero positivi al virus, come, ad esempio, l’AIA oppure la The North Face o ancora la SuperBeton, giusto per fare alcuni esempi di aziende conosciute, ma ce ne sono molte altre. L’Italia era già messa male prima del Covid, i tre mesi di isolamento sono stati terribili per l’economia italiana con diversi fallimenti che probabilmente si registreranno anche in futuro, e così ho pensato che per le aziende italiane la quarantena potrebbe diventare la cosiddetta mazzata definitiva. A giugno ho cominciato ad abbozzare una idea che ho definitivamente sviluppato il 20 di agosto; mi ricordo ancora, ero a Caorle e stavo facendo un giro con la mia bicicletta, quando una lampadina mi si è accesa: mi sono fermato e seduto su una panchina ho cominciato a scrivere sul cellulare le prime note di quello che poi si è realizzato nel progetto “Covid Traveller”!
Chi e perché può essere interessato a servirsi della sua professionalità?
Senza entrare nello specifico, gli ingaggi per cui un “Covid traveller” potrebbe essere incaricato sono pressoché infiniti. L’imprenditore ha bisogno per la sua attività di effettuare un viaggio di lavoro e per qualche motivo, come potrebbe essere la paura di contrarre il virus e di portarlo in famiglia o in azienda, come anche la paura di trovarsi solo in quarantena in un Paese diverso dalla propria patria oppure presso una struttura ospedaliera nazionale, così come il rifiuto di un suo dipendente ad effettuare viaggi per il mondo in questo periodo di emergenza virus, ha bisogno di incaricare un professionista esterno al proprio ambito familiare e lavorativo che gli porti a termine un incarico, sia che questo sia a livello manageriale, che produttivo od operativo. Ecco che oggi l’imprenditore ha questa nuova opportunità: ingaggiare un “Covid traveller” che viaggi per lui e che porti a termine il servizio richiesto. Tra gli incarichi da conferire ci potrebbe essere la partecipazione a Fiere, la supervisione nella realizzazione di un gasdotto, la presenza ad una riunione manageriale, la gestione di nuovi progetti anche coperti da segreto industriale. Come dicevo all’inizio, i motivi d’ingaggio di un “Covid traveller” sono tantissimi. Oltretutto il servizio è rivolto anche ai privati: penso, ad esempio, alla necessità di aiutare una persona che deve rientrare in Italia, ma non se la sente di viaggiare da solo in questo periodo di emergenza Covid.
Quali competenze offre per svolgere questo lavoro?
Premetto che sono nato come imprenditore ed attualmente lavoro come consulente e ho pensato di essere utile alla comunità imprenditoriale offrendo una nuova figura professionale, nata in Italia ed unica al mondo, del “Covid traveller” facendo una delle cose che so fare meglio: viaggiare. Ho iniziato all’età di 19 anni a viaggiare da solo per il mondo e ho visitato più di cinquanta Paesi sia per lavoro che per piacere, e spesso mi sono trovato in situazioni critiche, ma che ho sempre gestito e superato con consapevolezza, decisione e fermezza. Chi viaggia spesso, soprattutto per lavoro, sa di cosa sto parlando. Personalmente ho una discreta comprensione della lingua inglese, ma preferisco incaricare un traduttore professionista in loco che mi segua quando si tratta di incarichi di lavoro; questo mi permette di poter viaggiare in qualsiasi Paese del mondo e di capire e di farmi capire in modo più efficace. Un imprenditore che ha la necessità di affidarmi incarichi particolari, e consapevole che un “Covid traveller” non può avere tutte le conoscenze, può anche formarmi presso una sede da lui prescelta oppure tramite video chiamate, in modo da avere la certezza di far viaggiare una persona di fiducia e professionalmente nella massima sicurezza e che rispetta tutti i protocolli di sicurezza in vigore nei vari Paesi. (a cura di Carlo Silvano)
Per avere maggiori informazioni cliccare www.covidtraveller.it dove si potrà trovare il "Patto di Riservatezza" e la "Quarantine Guarantee ".
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi libri
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