“Sono
nata a Villorba pochi anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale ed il
paese si presentava completamente diverso da come lo vediamo ora, sia dal punto
di vista urbanistico che sociale”, a parlare è Adriana Michielin che da diversi
anni è impegnata nel direttivo della locale sezione dell’Associazione “Trevisani
nel Mondo” e nel Circolo di lettura “Matilde Serao”. Adriana ha pubblicato numerose poesie nel periodico "El Sil" di Treviso, segue con
attenzione e discrezione gli eventi culturali cittadini e in quest’intervista
ci descrive il suo amore per la scrittura.
Adriana, prima di parlare della tua passione per la poesia, mi
racconti qualcosa della tua infanzia trascorsa a Villorba e ciò che hai
ricevuto, in termini di crescita interiore, dalle tante persone conosciute fino
ad ora nella tua comunità di appartenenza?
Nel dopoguerra le difficoltà da superare
a Villorba, anche solo per frequentare la scuola, erano parecchie: la strada
per arrivarci non era asfaltata ed anche in pieno inverno percorrevo in
bicicletta i due chilometri che mi separavano dall'edificio; l'enorme aula che
accoglieva gli alunni era riscaldata - che parola grossa! - da un'unica stufa
alimentata dalla segatura. Gli insegnanti erano severi ed alcuni avevano sempre
la bacchetta pronta e la mano alzata per punire...altri tempi; ricordo di aver
preso uno schiaffo da una maestra per aver macchiato con l'inchiostro la pagina
del quaderno e quel gesto è stato per me un tatuaggio emotivo che ancora
emerge.
La parrocchia in quegli anni era il
fulcro, il punto di ritrovo per tanti fanciulli ed adolescenti, dove ci si
riuniva durante la settimana per il catechismo, alla domenica mattina per la
Santa Messa e per giocare al pomeriggio dopo il Vespro.
Quel periodo della mia infanzia è stato
importante per la mia crescita anche interiore, le tante persone che ho
incontrato e frequentato hanno contribuito alla mia formazione anche se poi,
nel corso degli anni, la maturità e le vicissitudini hanno inciso a modificare
in parte la mia linea di pensiero.
Il seme gettato in quegli anni,
tuttavia, ha contribuito a formare la persona che sono diventata, con pregi e
difetti.
Adriana Michielin
Premetto che non mi ritengo una poetessa,
ma una persona a cui piace scrivere, oltre che leggere, e trova piacevole ed
appagante mettere nero su bianco le impressioni che riceve da tutto ciò che la
circonda. Sono una persona che quando riceve delle impressioni ama coglierne i
particolari più significativi, quelli che emozionano, fanno gioire e talvolta
entrano dentro in modo repentino ed inaspettato. Questo lo faccio da oltre un
decennio, ossia da quando ho potuto dedicare del tempo a quella che è stata, da
sempre, una delle mie grandi passioni.
Preferisci scrivere in dialetto o in lingua italiana?
Scrivere in
lingua italiana mi riesce più facile, le poesie risultano più musicali,
tuttavia, mi capita talvolta di elaborarne alcune nel dialetto villorbese, alle
quali dare un'armonia ed una scorrevolezza diventa certamente un po’
difficoltoso.
Ad un incontro culturale promosso dal Circolo di lettura "Matilde Serao"
Chi sono i tuoi soggetti preferiti?
Capita di soffermarmi su qualcosa ma,
generalmente, non punto a dei soggetti scelti in precedenza. Spesso le poesie
sono estemporanee, nascono all'improvviso prendendo spunto da un qualsiasi
elemento; arrivano come un lampo e se non mi affretto a scrivere sfumano con la
stessa tempestività con cui sono arrivate. Ovviamente in seguito le perfeziono,
ma la sostanza rimane invariata.
Cosa ti spinge a mettere su carta i tuoi sentimenti e le tue emozioni?
L'insaziabile desiderio di scrivere,
oltre alla bellezza di ritrovare e riprovare nel tempo le stesse emozioni, i
sentimenti o l'ebrezza di un attimo che un giorno, più o meno lontano, mi hanno
spinta a lasciare un segno, un'impronta del mio sentire, del mio percepire la
vita che corre in fretta, volente o nolente.
Per te quanto è importante, e che posto ha nella tua poesia, il valore
dell'amicizia?
L'amicizia è un valore “principe” della
nostra esistenza: quella vera naturalmente!
Chi trova un amico ha in mano una
maniglia sempre pronta ad aprire la porta verso un mondo fatto di condivisioni,
complicità, solidarietà e questi principi hanno trovato posto ed emergono in
alcuni miei versi poetici.
In
genere, quando scrivi, preferisci viaggiare nel mondo della natura, tra
paesaggi montani e fiori, oppure ritieni importante provare anche a calarti
nelle profondità dell'animo umano?
Elementi che fanno parte della natura
che ci circonda possono arricchire la poesia, come una bella scenografia
valorizza un film; per quanto mi riguarda è, solitamente, un complemento al
tema principale, salvo qualche eccezione.
La mia sensibilità mi porta spesso a
calarmi nelle profondità dell'animo umano, ad entrare negli anfratti dove
scoprire e far emergere quelle sfumature che fanno parte e ci accompagnano
nella nostra esistenza... ci provo e a volte mi riesce...
Adriana,
nel linguaggio quotidiano molte persone usano a sproposito la parola
"amore", a volte anche per celare delle perversioni, mentre per
alcuni questa parola così carica e coinvolgente dovrebbe essere utilizzata solo
in alcune relazioni, come quella che nasce tra il Creatore e le sue creature,
quella che si instaura tra un uomo e una donna che decidono di vivere insieme e
quella che si realizza tra genitori e figli. Tu in che contesti - e perché -
usi la parola "amore"?
L'amore si considera tale, e la parola “amore”
credo esca spontanea dalle nostre labbra, quando il sentimento che ci pervade è
un qualcosa di grande ed unico, come unici siamo noi tutti, con il proprio modo
di interpretare e vivere la vita.
È un termine
grondante di significati che abbracciano realtà riguardanti la nostra esistenza
fatta di lavoro, esperienze, relazioni, affetti...
Quello che per me può essere perverso
per altri non lo è; spesso il modo di concepire l'amore è dipeso
dall'educazione che una persona ha ricevuto e in che contesto sociale o
religioso ha vissuto, vive ed opera. Una cosa per me fondamentale è il rispetto
delle scelte altrui, anche se non condivisibili, e sottolineo rispetto che
ritengo sia una componente essenziale dell'amore.
Uso la parola amore quando il cuore lo
suggerisce e in un contesto che ritengo adeguato ai miei principi e valori in
linea con le mie convinzioni.
Qui di seguito alcune poesie di Adriana: "L'amore" e "L'ave Maria"
L’Amore.
Scalpello impetuoso
che frantuma la roccia
scolpisce l’universo
ne delinea il tratto.
Sentiero intricato
che s’inoltra nel bosco
tra arbusti spalmati
di smeraldo lucente.
Serpe strisciante
nei meandri del cuore
che stritola e avvolge
tra le sue spire.
Incontrollabile palpito
di anime fuse
mano tesa
musica d’insieme.
Dolcezza e mistero
silenzio e frastuono
l’amore è follia
meraviglia e Dono!
___________________________
L’Ave Maria
Un suono
oscillante
si espande
nella sera
l’eco
penetrante
di un’umile
preghiera.
La frenesia
delle ore
lascia il
posto alla quiete
mentre
scende la notte
con il suo manto
avvolgente.
Permane il
ricordo
di un giorno
passato
forse
qualche rimpianto
per un gesto
incompiuto.
Lo scorrere
del tempo
lascia la
sua scia
mentre si
ode lontano
inconfondibile
l’Ave Maria.
Adriana Michielin
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