la scuola elementare "Guglielmo Marconi"
a Marcon, Venezia, prima di essere demolita)
“Dove nascono le prime amicizie:
il laboratorio segreto dell’infanzia”
di Carlo Silvano
Le prime amicizie non sono soltanto incontri fortuiti nei corridoi della scuola o durante un intervallo particolarmente vivace. Sono, prima di tutto, un luogo interiore: uno spazio dove i bambini imparano a riconoscere ciò che li fa stare bene, a scegliere chi li fa sentire accolti, a scoprire come ci si avvicina agli altri con curiosità, timore, entusiasmo. In questo senso, l’amicizia è uno dei primi grandi “maestri” della vita.
Quando un bambino entra nella scuola primaria, porta con sé un patrimonio di esperienze fatte in famiglia e nei primi anni dell’infanzia. Ha visto gli adulti interagire, ha provato a condividere giochi, ha sperimentato piccole gelosie o grandi entusiasmi. Ma è solo tra i banchi di scuola o nei cortili durante la ricreazione che scopre davvero cosa significa scegliere un amico e sentirsi scelti. Lì prende forma un’esperienza nuova: la possibilità di essere riconosciuto da un pari, qualcuno che non appartiene alla famiglia e che tuttavia diventa una presenza significativa, quasi indispensabile.
A questa età l’amicizia nasce con spontaneità sorprendente. A volte si radica in un gesto semplice: un gioco condiviso, un sorriso, una frase detta al momento giusto. Altre volte appare come un’intesa immediata, difficile da spiegare ma evidente a tutti. I bambini dicono spesso “ci siamo trovati”, e in questa espressione c’è un mondo: la scoperta di una sintonia profonda, vissuta con naturalezza e senza calcoli.
È vero però che non tutte le amicizie hanno la stessa intensità. Alcune sono come scintille che illuminano un giorno e poi si spengono; altre crescono lentamente, come un seme che chiede tempo, cura e vicinanza. Nei primi anni della scuola primaria si impara proprio questo: che non tutte le relazioni sono uguali e che ognuno ha il suo modo di avvicinarsi agli altri. C’è chi cerca un compagno tranquillo e affidabile, chi preferisce un amico vivace e sempre pronto a proporre qualcosa di nuovo, chi ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a superare la timidezza o le sue insicurezze.
L’amicizia, in questo senso, non è solo gioco: è un esercizio quotidiano di riconoscimento dell’altro. Il bambino impara a leggere i gesti, a intuire le intenzioni, a distinguere fra chi lo accoglie con sincerità e chi, magari senza volerlo, tende a escludere o a imporsi. È proprio in queste piccole esperienze che si forma il carattere sociale dei futuri adolescenti e adulti. Ogni incontro lascia una traccia: un modello, una aspettativa, un modo di stare con gli altri.
Le prime amicizie sono dunque un piccolo laboratorio di vita. Insegnano che si può essere simili o diversi, che si può cambiare idea, che esistono confini da rispettare e spazi da condividere. Insegnano anche che il tempo, la gentilezza e la presenza costante sono ingredienti più importanti di qualsiasi dimostrazione appariscente. E soprattutto mostrano ai bambini che il mondo diventa più grande e più luminoso quando qualcuno lo percorre accanto a loro.
È in questa scoperta — semplice e grandiosa — che prende forma la prima gioia dell’amicizia: la certezza che non si è soli e che crescere, insieme, può essere un’avventura bellissima.
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul seguente collegamento: Libri di Carlo Silvano
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