I sodomiti nell’Inferno di Dante:
tra giustizia divina e dottrina cattolica
Nel XIV canto dell’Inferno della “Divina Commedia”, Dante Alighieri descrive il terzo girone del settimo cerchio, dove sono puniti i violenti contro Dio, la natura e l’arte: bestemmiatori, sodomiti e usurai. Questo girone si presenta come un’immensa distesa di sabbia infuocata, su cui cade una pioggia incessante di fuoco, generando un ambiente di sofferenza eterna per i dannati.
I sodomiti, identificati come coloro che hanno commesso atti sessuali contro natura, sono costretti a camminare senza sosta sotto questa pioggia di fuoco. La loro pena riflette la concezione dell'omosessualità come peccato grave e contro la legge naturale. Dante colloca i sodomiti tra i violenti contro natura, sottolineando la gravità del loro peccato.
Anche oggi la dottrina cattolica, basandosi sulle Sacre Scritture, considera gli atti omosessuali come intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che tali atti precludono all’atto sessuale il dono della vita e non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. Pertanto, in nessun caso possono essere approvati.
Tuttavia, la Chiesa distingue tra atti omosessuali e tendenze omosessuali. Le persone con tendenze omosessuali devono essere accolte con rispetto, compassione e delicatezza, evitando ogni forma di ingiusta discriminazione. La Chiesa invita queste persone a vivere la castità, attraverso il dominio di sé e il sostegno dell'amicizia disinteressata, della preghiera e della grazia sacramentale. (Carlo Silvano)
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul seguente collegamento: Libri di Carlo Silvano
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