Gesù e l’omosessualità:
un messaggio di misericordia e conversione
Nei
Vangeli Gesù non affronta esplicitamente il tema dell’omosessualità.
Tuttavia, il suo insegnamento sul matrimonio è chiaro: esso è
un’istituzione divina tra un uomo e una donna. Quando interrogato dai
farisei sulla questione del divorzio, Gesù risponde:
«Non
avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e
disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua
moglie, e i due saranno una sola carne?”»(Mt 19,4-5).
Questo
riferimento al progetto originale di Dio per l’umanità mostra che Gesù
riconosce solo l’unione tra uomo e donna come forma legittima di
relazione coniugale.
L’omosessualità è invece un chiaro rifiuto
dell’uomo di partecipare all’opera creativa di Dio come co-creatore.
Gesù e gli emarginati: misericordia e conversione
Pur
non menzionando mai esplicitamente l’omosessualità, Gesù interagisce
spesso con persone considerate emarginate dalla società del tempo:
peccatori, pubblicani, lebbrosi, adultere. Ma il suo approccio è sempre
caratterizzato da due aspetti inscindibili: la misericordia e la
chiamata alla conversione.L’episodio
dell’adultera (Gv 8,1-11) è emblematico. Gesù la salva dalla
lapidazione, mostrando compassione, ma le dice chiaramente:
“Va’ e d’ora in poi non peccare più”(Gv 8,11).
La
misericordia di Cristo non è mai un’accettazione del peccato, ma un
invito alla trasformazione della vita. Anche con Zaccheo, il pubblicano
disonesto, Gesù mostra benevolenza, ma il suo perdono si accompagna alla
decisione di Zaccheo di cambiare radicalmente vita (Lc 19,1-10).
Il richiamo alla purezza e alla santità
Gesù richiama spesso alla purezza del cuore e alla fedeltà alla volontà di Dio. Nel Discorso della Montagna dice:
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”(Mt 5,8).
Il
Nuovo Testamento, in particolare le lettere di san Paolo, ribadisce che
ogni forma di impurità sessuale, inclusi i rapporti omosessuali, è
contraria alla volontà di Dio (Rm 1,26-27; 1 Cor 6,9-10). Tuttavia, san
Paolo stesso sottolinea che la grazia di Dio è offerta a tutti, e chi si
allontana dal peccato può trovare redenzione e nuova vita in Cristo (1
Cor 6,11).
Conclusione: accoglienza e conversione
Gesù
offre amore e accoglienza a ogni persona, ma sempre con l’invito a
rinunciare al peccato e a vivere secondo il piano di Dio. Il suo
atteggiamento verso gli emarginati non è mai di approvazione
incondizionata delle loro azioni, ma di una misericordia che chiama alla
santità.
L’insegnamento
di Cristo è dunque chiaro: ogni persona è amata da Dio e chiamata a
convertirsi, indipendentemente dalla propria condizione. La Chiesa,
seguendo il suo Maestro, è chiamata a testimoniare questa verità con
carità e fermezza, annunciando la bellezza della vita nuova in Cristo
per tutti coloro che scelgono di seguirlo. (Carlo Silvano)
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul seguente collegamento: Libri di Carlo Silvano
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