Qui di seguito propongo una recensione di una mia lettrice che ha saputo evidenziare molto bene alcune caratteristiche del breve romanzo "Una ragazza da amare". In particolare, di questa recensione ho trovato particolarmente significative le seguenti parole: "Amare ed essere amati, non sentirsi soli e non far sentire soli gli altri, essere importanti per qualcuno o, al contrario, tenere nel cuore qualcuno di importante: tutto questo rende più bello ed entusiasmante vivere, ma soprattutto rende non “più facile” ma “un po’ meno difficile” affrontare e superare i momenti più faticosi e dolorosi".
Un romanzo breve, in uno stile semplice e scorrevole, con protagonisti dei ragazzi che, all’ultimo anno di liceo, si apprestano ad affrontare l’esame di maturità, insieme a tante delle cose che la vita fa semplicemente incontrare o prepotentemente impone: l’amicizia, il primo amore, i sogni, le speranze, la gioia, ma anche le delusioni, la tristezza, la sofferenza, la malattia e la morte, il dover imparare a saper rispettare gli altri e se stessi, a saper farsi carico delle proprie responsabilità, a saper affrontare le conseguenze di ciò che si fa, anche delle bravate fatte un po’ per immaturità un po’ per dispetto.
Il gruppo di giovani è legato da profonda amicizia e da una comune passione: la musica.Del resto si sa poco o nulla. Delle famiglie non vi è cenno, solo qualche breve comparsa dei genitori della giovane che purtroppo lotta contro la malattia.
Protagonista insieme ai giovani è la loro professoressa di lettere, ma anche di questo personaggio si sa poco o nulla, seppure molto presente in ambiente scolastico dove si dimostra esigente ed autorevole ma anche, alla fine, comprensiva nonché bisognosa, come i suoi stessi studenti, di rapporti umani profondi e sinceri.
Quello che invece è ricco di descrizioni è l’ambiente in cui i personaggi vivono e si muovono: Napoli, terra natia dell’autore che con evidenza gli è rimasta nel cuore, viene descritta con attenzione ai particolari e alle atmosfere di certi luoghi tanto che diventa facile immaginarla anche per chi, come me, a Napoli non è mai stato.
Appena terminata la lettura il sapere così poco dei protagonisti mi è sembrata una nota negativa, mi ha lasciato molto perplessa, con la percezione di un senso di superficialità da parte dell’autore, ma col passare dei giorni mi sono resa conto che la storia letta non mi usciva di testa, mi era rimasta al contrario molto impressa, e mi portava spesso a ricordare la mia giovinezza, i miei anni di liceo, i pochi (purtroppo!) professori per i quali insegnare andava ben oltre il contenuto stretto della materia, le vicissitudini affrontate in quel periodo, per me difficilissimo per gravi motivi di salute, e superate soprattutto grazie alla presenza di un’amica che ancora oggi è una delle persone più importanti della mia vita.
Ho capito allora che, essendo l’importanza e la complessità dei rapporti umani i temi centrali del romanzo, era giusto che quello che emergesse dei protagonisti fosse il lato più intimo: sono il loro cuore e la loro anima che vengono messi a nudo. Che siano studenti o docenti, scoprono di essere accomunati dalla condivisione di certi valori, certi sentimenti, certi modi di essere e di rapportarsi con gli altri; ciò gli consente di buttarsi nella dura impresa di fare della realtà in cui vivono la culla dei propri sogni e progetti con la consapevolezza di poter contare, oltre che sulle proprie forze, anche sul sostegno, sull’affetto, sulla complicità (in senso buono) di chi è loro accanto. Amare ed essere amati, non sentirsi soli e non far sentire soli gli altri, essere importanti per qualcuno o, al contrario, tenere nel cuore qualcuno di importante: tutto questo rende più bello ed entusiasmante vivere, ma soprattutto rende non “più facile” ma “un po’ meno difficile” affrontare e superare i momenti più faticosi e dolorosi. (Bisley)
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