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"Il boiaro", letto da Paolo Tomasulo

Ci sono alcuni eventi, nella storia dell'umanità, che sfuggono ad una interpretazione netta e definita. Questo succede perché la portata delle dinamiche in movimento è così estesa da renderne praticamente impossibile la lettura contemporanea.
La rivoluzione è uno di questi eventi: mutano gli assetti politici, si alterano i giochi economici ed anche le conformazioni socio-ambientali risentono di grandi mutamenti. La storia, non senza difficoltà, cerca di ripercorrere i passi dei tanti percorsi compiuti, puntando il suo fascio di luce, di volta in volta, sugli innumerevoli aspetti coinvolti dal ciclone in corso.



Ma la rivoluzione genera anche definitive trasformazioni nella vita di ogni singolo individuo. Così tante, troppe esistenze vengono duramente provate, ma al contempo scivolano inghiottite nell'oblio che il macrocosmo storico impone per loro; sono troppo infinitesimali per apparire agli occhi della storia; in questo modo si perdono le
emozioni di un'intera umanità che quasi sempre è stata la vera artefice del moto rivoluzionario, e che per questo ha sovente pagato il prezzo della propria stessa esistenza per arrivare a porgere, agli onori della storia, perfino l'annullamento del proprio ricordo.
Carlo Silvano, con il suo romanzo "Il boiaro", dà luce agli oscurati. Proietta la propria indagine proprio su quell'umanità che le rivoluzioni porgono a margine, e ne scandaglia le sensazioni, le emozioni, le paure, le viltà ed il coraggio.
I personaggi creati da Carlo Silvano convivono in uno dei contesti più tumultuosi che la storia conosca: la rivoluzione di ottobre.
L'autore stravolge il ruolo che tradizionalmente la storia occupa.
Questa volta le contestualità economiche, sociali e politiche hanno solo un'azione di contorno, mentre il faro dell'indagine colpisce proprio gli aspetti emotivi delle persone: ognuno ha una sua vita, che spesso finisce per provare il sapore del dramma. Queste vite si incrociano, si incontrano, si scontrano. Carlo Silvano riesce a donarci episodi di toccante sensibilità, arrivando a comprendere la poliedricità dell'animo umano e quindi mettendo in evidenza aspetti mai scontati e per questo carichi di pathos emozionale.
Il protagonista è Ivan, giovane boiaro, la cui esistenza è stata a lungo protetta all'interno della propria fattoria, dove il suo ruolo di capo indiscusso gli ha sempre consentito liberamente anche di maltrattare i suoi contadini, ma perfino di condividere con loro una serata di allegria; il tutto a suo più ampio piacimento.
La rivoluzione conduce Ivan a compiere un duplice viaggio. Uno reale, con l'intento di raggiungere la sorella Anastasia, ostacolato dalle avversità delle rigide temperature russe; l'altro viaggio è metafisico: Ivan, quindi, si confronta con una diversa realtà nella quale i ruoli sono stravolti ed attraverso la stessa compie infinite e costanti verifiche di autocoscienza.
Questa duplice spirale in movimento è descritta da Carlo Silvano con grande maestria. L'autore, come un musicista, riesce a produrre le giuste note per condurre il lettore ad assaporare le immagini del bianco ed esteso territorio della Grande Russia, ma contemporaneamente da voce all'animo di Ivan e di tutti i protagonisti del romanzo.
La musica che ne scaturisce permette al lettore di percorrere entrambe le strade, non consentendo al lettore di scindere i due percorsi.
Si giunge al termine della storia con la consapevolezza di aver vissuto una storia importante: una storia fatta di persone!


Paolo Tomasulo (Fano)

Per reperire il volume in formato digitale cliccare su Il boiaro di Carlo Silvano


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