“Il coraggio silenzioso di Amina Qayouh”
di Carlo Silvano
Il diario di Amina non è un semplice quaderno di pensieri adolescenziali, ma un documento vivo e pulsante di una ragazza che si trova a crescere nel confine sottile tra due mondi: la tradizione marocchina che abita la sua casa e la cultura italiana in cui è nata e cresciuta. Amina è una ragazza italiana di origine marocchina, vive in Veneto con i suoi genitori, una sorellina e un fratello maggiore, e frequenta le scuole superiori. Ciò che colpisce, fin dalle prime pagine del suo diario, non è tanto l’elenco dei fatti quotidiani, quanto la profondità con cui li osserva, li interroga e li trasforma in riflessioni universali.
Il suo profilo emerge con limpidezza: Amina è sensibile, introspettiva, appassionata di lettura, capace di scorgere dietro ogni esperienza un significato che riguarda la vita, la fede, la libertà e la dignità delle persone. È una giovane musulmana che non ha paura di confrontarsi con il cristianesimo e con i valori che incontra nel contesto in cui vive. Non si tratta di una ribellione, né di una rinuncia alle proprie radici: Amina mostra una tensione sincera verso la verità, pronta ad accogliere ciò che la fa crescere, anche se proviene da un orizzonte religioso diverso dal suo. In questo cammino interiore, la figura di Giorgio – l’amico con cui scambia riflessioni e condivisioni spirituali – diventa un punto di luce discreto, mai invadente, che la accompagna nel suo processo di scoperta.
Il diario tocca temi complessi con una naturalezza disarmante. Amina parla del film La sposa bambina, lasciandosi turbare dalla condizione femminile in Yemen, e da lì riflette anche sulla realtà marocchina e italiana, dove il peso delle tradizioni e dei pregiudizi grava ancora sulle donne. Di fronte alla notizia di una lapidazione, non si limita all’indignazione: ricorda il passo evangelico di Gesù che salva una donna dalla stessa sorte, e ne trae riflessioni luminose sulla misericordia, sul perdono e sulla differenza tra una fede che uccide e una fede che libera. Così come, leggendo della vita di santo Stefano, primo martire cristiano, Amina coglie la distanza profonda tra il suo volto sereno e la retorica della violenza che, troppo spesso, ha sporcato anche l’islam.
La forza del diario sta proprio in questo: non nella cronaca, ma nella capacità di trasformare ogni esperienza in una domanda autentica. Amina non si accontenta delle versioni ufficiali, non accetta verità preconfezionate. Le sue pagine sono un invito a interrogarsi: su Dio, sulla dignità della donna, sull’integrazione, sul senso della libertà, sul legame tra culture. Eppure, nonostante il peso dei temi affrontati, la scrittura rimane limpida, tenera, priva di artifici. La sua voce è quella di un’adolescente che cerca, che inciampa, che sogna, ma che non smette mai di porsi domande scomode.
Per questo, il diario di Amina non è soltanto un libro personale. È un testo che parla al grande pubblico, e che avrebbe un valore enorme se portato nelle scuole. Gli studenti potrebbero riconoscersi nei suoi dubbi, sentirsi interpellati dalle sue parole, scoprire che la spiritualità non è materia astratta, ma carne viva, capace di illuminare la vita quotidiana. Ma questo diario non è rivolto soltanto ai giovani: chiunque, adulto o anziano, credente o non credente, può trovarvi spunti di riflessione. È un libro che attraversa i confini sociali e culturali, e che invita a guardare oltre le etichette.
Amina scrive con una maturità sorprendente per la sua età, ma non perde mai la freschezza di chi si affaccia alla vita con occhi nuovi. La sua capacità di osservare, di collegare eventi lontani, di intrecciare la realtà quotidiana con le grandi domande dell’esistenza, fa sì che le sue parole abbiano una risonanza che supera di gran lunga la sua storia personale. In ogni pagina c’è il desiderio di non sprecare la vita, di non lasciarla ingabbiare dall’odio o dalla paura, ma di viverla come un cammino verso la verità e la libertà.
Il diario di Amina è, in definitiva, un dono. Non soltanto perché ci permette di entrare nell’anima di una giovane donna che si affaccia all’età adulta, ma perché ci costringe a specchiarci nelle sue domande. È un libro che non offre risposte facili, ma suscita interrogativi veri, e questo è il suo valore più grande. Una lettura che merita di essere condivisa, discussa, meditata. Perché le parole di Amina non appartengono solo a lei: parlano di tutti noi, delle nostre paure e delle nostre speranze, della fatica di trovare un posto nel mondo senza rinunciare a ciò che siamo.
(Amina Qayouh, Diario spirituale di una ragazza musulmana, ed. Youcanprint 2025, isbn 9791224024637, pp. 176)
Per informazioni e per reperire il Diario cliccare sul collegamento: Diario di Amina
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