Passa ai contenuti principali

Adriana Michielin, "La bellezza del tempo"


 

Una poesia scritta da Adriana Michielin (in foto qui sopra) che leggo sempre volentieri si intitola “La bellezza del tempo”. Ecco i primi versi:


"Respiro il tempo 

frusciante tra le fibre 

e gli anfratti di ogni cosa, 

di ogni essere". 

A mio avviso questi versi descrivono uno stato d'animo molto sensibile e introspettivo, in cui la poetessa si immerge nella percezione del tempo e delle sue vibrazioni attraverso i sensi. La scelta delle parole "frusciante" e "anfratti" suggerisce un'attenzione particolare ai dettagli, ai suoni e alle piccole cose che compongono il mondo intorno a lei.

L'espressione "respiro il tempo" mi induce a pensare ad una fusione tra la poetessa e l'elemento che sta descrivendo, una sorta di identificazione con il flusso del tempo e con la sua percezione. In questo modo, il tempo diventa una parte integrante della sua esperienza e della sua percezione del mondo.

In generale, si può dire che Adriana Michielin, poetessa di Villorba, sia in uno stato d'animo contemplativo e introspettivo, in cui si concentra sulla percezione dei dettagli e delle vibrazioni della realtà che la circonda. Questo stato d'animo potrebbe, secondo me, essere accompagnato da una sensazione di pace e armonia con il mondo, ma anche da una certa malinconia o nostalgia, data dalla consapevolezza che il tempo scorre inesorabile.

Seguono i versi:

Disegno il mio tempo 

con mani intrepide, 

dipingo la bellezza 

con la purezza dei sogni”.

Questi versi mi fanno pensare che Adriana Michielin ha un forte spirito di avventura e coraggio. "Disegnare il proprio tempo con mani intrepide" suggerisce che lei sta affrontando la vita con determinazione e audacia, prendendo il controllo del suo destino.

Inoltre, la scelta delle parole "dipingere la bellezza con la purezza dei sogni" indica che la nostra poetessa vede il mondo in modo idealistico e romantico: la purezza dei sogni rappresenta la sua fede nella bellezza e nella bontà del mondo, nonostante le difficoltà che potrebbe incontrare.

In sintesi, rileggendo questi versi ora riportati, sembra che la poetessa sia piena di speranza e di passione per la vita. Attraverso la sua arte, la sua poesia, sta cercando di trasmettere queste emozioni ai suoi lettori, incoraggiandoli a vivere la loro vita con lo stesso coraggio e la stessa passione.

Molto potenti sono anche i versi:

Sento lo scorrere del tempo 

graffiare l'anima, 

imprimere con forza 

le immagini che si susseguono”.

Sì, sono versi potente che suggeriscono come Adriana percepisca il trascorrere del tempo quasi fosse un'esperienza dolorosa. La descrizione del tempo che "graffia l'anima“ e ”imprime con forza le immagini che si susseguono" evoca, poi, l'idea di un'erosione progressiva e indelebile dell'anima, un'immagine molto potente e viscerale.

Il sentimento espresso in questi versi è quello di una profonda malinconia e tristezza, accompagnata da un senso di inevitabilità e di perdita. La nostra poetessa sembra essere consapevole della transitorietà della vita e della sua capacità di lasciare un segno indelebile nell'anima.

Questi versi, dunque, mi fanno entrare in contatto con una persona che esprime una profonda introspezione e una sensibilità poetica molto acuta. La poesia di Adriana Michielin invita i lettoria riflettere sul passare del tempo e sulla bellezza e dolore della vita.

Molto belli anche i versi:

Ascolto il tempo 

che elargisce saggezza, 

lascia impronte, 

perle di esperienza”.

Perché questi versi mi piacciono? Perché suggeriscono che la poetessa Adriana è in ascolto del tempo e delle sue lezioni. Il tempo viene descritto come un donatore di saggezza e di esperienze, che lasciano tracce nella vita di ognuno. Le "perle di esperienza" potrebbero riferirsi a momenti importanti, a ricordi indelebili o a lezioni preziose imparate nel corso della vita.

In questi versi, la nostra poetessa sembra avere un atteggiamento contemplativo e riflessivo nei confronti del tempo e della vita. Potrebbe essere alla ricerca di significato e di saggezza, e sta cercando di cogliere il valore e l'importanza delle esperienze che incontra lungo il suo cammino. Il tono di Adriana è pacato e introspettivo, e si percepisce una certa tristezza e malinconia, forse per la consapevolezza che il tempo passa inesorabilmente e che non si può tornare indietro.

In generale, questi versi, a mio avviso, esprimono una profonda riflessione sulla natura del tempo e sull'importanza delle esperienze nella vita, e mostrano lo stato d'animo introspettivo e contemplativo della poetessa.

La poesia si conclude con questi versi:

Amo lo scorrere del tempo 

che avvolge col suo manto, 

lascia scoprire il mondo 

per ascoltarne il canto”.

Anche questi versi suggeriscono che la poetessa Adriana ama la naturale progressione del tempo e come esso influenzi la sua vita e il mondo intorno a lei. Il riferimento al "manto" del tempo evoca l'immagine di un abbraccio caldo e protettivo, che avvolge e copre tutto ciò che incontra.

Adriana, allora, sembra apprezzare l'effetto che il passare del tempo ha sulla scoperta e la comprensione del mondo, come se esso permettesse di ascoltare il "canto" della vita. Questo "canto" potrebbe rappresentare la voce della natura, della storia o dell'esperienza umana, e la poetessa villorbese sembra essere affascinata dalla capacità del tempo di svelarne i segreti.

Concludo pensando che lo stato d'animo e le emozioni della nostra poetessa sembrano essere quelle di pace, gratitudine e fascino per la bellezza della vita e della natura. Questi versi, infine,suggeriscono che la poetessa ha un atteggiamento positivo e contemplativo nei confronti del tempo e della sua capacità di influenzare il mondo e la nostra esperienza.

(a cura di Carlo Silvano)

Il volume "Voci villorbesi" si può reperire anche presso la libreria Lovat di Villorba (Treviso) oppure cliccare sul link "Voci villorbesi"

Commenti

Post popolari in questo blog

Nizza, città francese o italiana?

Intervista allo storico e politico Alain Roullier-Laurens LA CITT À DI NIZZA RIPENSA AL SUO PASSATO ITALIANO Ha dato i natali a Giuseppe Garibaldi, artefice dell'unità nazionale Perché in certi libri scolastici non si parla della cessione della città di Nizza e della regione della Savoia da parte del governo di Torino a quello di Parigi nel 1860? Da questo interrogativo prende lo spunto l'intervista che segue, rilasciataci da Alain Roullier-Laurens , fondatore della “ Lega per la restaurazione delle libertà nizzarde ”. Nato a Nizza nel 1946, Alain Roullier-Laurens discende per parte di madre da una famiglia residente a Nizza ancor prima del 1388, anno della dedizione ai Savoia, ed è autore di numerosi libri che hanno provocato scalpore - ogni volta che sono usciti - sull'ideologia indipendentista nizzarda, sui retroscena dell'annessione e del falso plebiscito. I libri di Alain Roullier si basano su documenti inediti ed adoperati per la prima volta, come

ROBERT ROSSI, LA FRANCESIZZAZIONE DI TENDA È INIZIATA CON I BAMBINI DELLA SCUOLA

TENDA - « Mi chiamo Robert Rossi e sono nato nel 1944: mia madre è brigasca e conobbe mio padre che svolgeva il servizio militare ne lla GAF, cioè la guardia di frontiera proprio a Briga Marittima. Dopo l’8 settembre del 1943 mio padre fu catturato dai nazisti e portato in Germania, ma finita la guerra ritornò a Briga e si sposò con mia madre per venire a mancare nel 2009 ». Inizia con queste parole l’intervista concessami da Robert Rossi (qui sotto in foto), nato italiano nel 1944 e diventato francese nel 1947, quando il comune di Tenda fu ceduto alla Francia in seguito al Trattato di Parigi. Signor Robert Rossi, a Tenda che lingua si parlava fino al 1945? E qual era il dialetto più diffuso? Oggi qualcuno a Tenda e a Briga parla ancora in dialetto? Fino al 1947 i comuni di Briga Marittima e Tenda rientravano nei confini dell’Italia e quindi la lingua ufficiale era l’italiano. A Briga Marittima era molto diffuso il dialetto locale, cioè il «brigasco», mentre a Tenda

Il dono dell'amicizia tra un sacerdote e una laica

Poche ore fa è stato chiuso in tipografia la seconda ristampa del volume " Il dono dell'amicizia ", a firma di don Olivo Bolzon e di Marisa Restello . Qui di seguito la presentazione scritta dai due Autori che descrivono la propria quotidianità vissuta insieme all'insegna del dono del celibato e del sacerdozio. Presentazione È l’occasione per ringraziare i nostri lettori che hanno accolto questa semplice testimonianza sincera e gioiosa e tanti altri che ce l’hanno chiesta e desiderano partecipare a un dono prezioso per tutti, oggi soprattutto. Proprio in questi giorni un caro amico è venuto a trovarci e a leggere insieme un piccolo brano che, secondo lui, era il centro del messaggio. Insieme abbiamo constatato che il cammino della liberazione non è né un fatto di bravura, né una via tracciata e uguale per tutti. La relazione uomo-donna diventa sempre più liberante nella misura in cui va oltre ogni problematica e si fa comunione. Pensando alla comunione, per noi