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Giovanni Borsato, il mio personale ricordo di don Gianni Feltrin

 


VillorbaLa tragica fine di don Gianni Feltrin non ha sconvolto solo la comunità parrocchiale di Fontane di Villorba, ma anche i fedeli delle parrocchie limitrofe e i suoi tanti amici e conoscenti in tutta la nostra diocesi di Treviso.

Qui di seguito riporto una breve intervista al dott. Giovanni Borsato che è stato uno stretto collaboratore di don Gianni. Nella parrocchia di Fontane, infatti Borsato ha ricoperto diverse responsabilità, come quella, ad esempio, di presidente dell’Azione cattolica italiana.

Dott. Giovanni Borsato, ricorda la prima volta che ha incontrato don Gianni Feltrin? Che impressione le fece?

E’ entrato nella nostra parrocchia come pastore nel mese di agosto del 1998. Il primo incontro dove ci siamo scambiati due parole è stato nella chiesa di San Nicolò a Treviso in occasione dell’apertura dell’Anno pastorale della diocesi di Treviso, c’era anche il parroco uscente don Gino Perin, e don Gianni mi fece una buona impressione e ricordo che mi chiese quale impegno avessi in parrocchia.

Qual è stata la qualità umana che in tutti questi anni ha apprezzato in don Gianni?

Intanto ritengo importante ricordare che don Gianni si laureò nel 1996 all’Università Pontificia Salesiana di Roma, presso la Facoltà di Teologia, sostenendo la tesi: “La Catechesi dei giovani nel contesto educativo degli anni Settanta”. Ci teneva molto a seguire le catechiste dell’Iniziazione cristiana e a trovare momenti d’incontro con i genitori dei ragazzi. Per questo motivo organizzava uscite giornaliere con le catechiste percorrendo le radici della fede e visitando mostre e luoghi che attraverso l’arte raccontavano il cammino del cristianesimo. Ricordo le visite ad Aquileia, Concordia Sagittaria, Ravenna, Padova, Vittorio Veneto e altre ancora. Con i ragazzi di terza media che avevano fatto la Confermazione-Cresima, proponeva alcuni giorni da fare insieme agli animatori, nel periodo prima dell’anno scolastico a Misurina. Insomma, era un sacerdote molto attivo che credeva in quello che faceva. Don Gianni, inoltre, era molto impegnato ad organizzare momenti conviviali, perché le persone si trovassero fra di loro specialmente con i gruppi parrocchiali, dove alla fine si faceva sintesi per la realtà di ogni gruppo.

Sotto il profilo pastorale quali sono stati – secondo lei – i principali obiettivi di don Gianni?

Ha proposto un incontro settimanale per l’ascolto della Parola riflettendo sul Vangelo della domenica, al quale ci teneva in modo particolare. Si preoccupava della crescita nella fede della propria comunità, portando delle novità per la trasmissione, in modo da coinvolgere le persone in una riflessione e ricerca della propria fede, come vglie e momenti di preghiera. In occasione della Sagra dedicava una domenica per festeggiare gli anniversari dei matrimoni nella celebrazione dell’Eucaristia, seguita poi da un momento conviviale.

Molte persone, in questi giorni, hanno sottolineato la passione di don Gianni per la montagna...

Sì, don Gianni amava la montagna e la fotografia. Era appassionato della natura che immortalava nelle sue stupende fotografie che condivideva nel sito della parrocchia. Ogni anno, in occasione della Pasqua e del Natale, faceva recapitare in tutte le case un biglietto di auguri, accompagnato da una frase della Parola di Dio con una delle immagini da lui fotografate. Preparava, inoltre, anche un calendario con una fotografia per ogni mese dell’anno.

Secondo lei, qual erano le principali preoccupazioni di don Gianni?

Era molto sensibile nei riguardi di chi chiedeva aiuto, ai poveri, agli ultimi che anche nella nostra parrocchia erano e sono presenti. Il suo impegno era quotidiano attraverso l’osservatorio della Caritas “verso i più poveri di felicità”, come diceva spesso. Con il volontariato di alcune persone che erano disponibili venivano seguiti i ragazzi, soprattutto i nuovi arrivati in Italia in alcuni pomeriggi, aiutandoli a relazionarsi e a fare i compiti della scuola. A Pasqua e a Natale, poi, andava a trovare gli anziani della parrocchia: anche per loro aveva parole di confoorto e di amicizia.

Come ultima domanda le chiedo qual è il ricordo più bello che ha del suo parroco?

Un bel ricordo che ho di don Gianni, che ho molto apprezzato e che non dimenticherò mai, era quello di sentire il telefono squillare per farmi gli auguri di buon compleanno durante tutti gli anni della sua presenza a Fontane, cosa che faceva con molti operatori pastorali: era un modo di ricordarci e far sentire la sua presenza. Un altro ricordo particolare che riguarda me è mia moglie è avvenuto l’anno scorso. Era l’anno del nostro cinquantesimo anniversario di matrimonio. In piena pandemia, non si celebrava la Santa Messa con il popolo e non si potevano fare festeggiamenti. Gli abbiamo telefonato, sapendo che lui celebrava la Messa con l’aiuto di un sacrestano e gli abbiamo chiesto di ricordarci in quel giorno. Con nostra grande sorpresa, ci ha chiamato al mattino invitandoci a partecipare alla S. Messa insieme al sacrestano Aldo. Ripensando a quel momento, alla delicatezza di questa sua straordinaria umanità, rimango ancora senza parole. Io e mia moglie lo ricorderemo sempre per questo suo pensiero, che a pensarlo ci commuove ancora.  

(a cura di Carlo Silvano) 

 

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Il presente blog è curato da Carlo Silvano (casilvan [chiocciola] libero.it), autore di diversi volumi.

 



 






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