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Corsica, è sempre vivo il legame con l'Italia


Ancora sangue nell'isola della Corsica: ad ottobre del 2012, ad esempio, a cadere sotto i colpi di alcuni sicari  è stato il noto avvocato, ed esponente del movimento per l'autonomia della Corsica, Antoine Sollacaro. In questi ultimi tempi a finire nel mirino di assassini ancora senza un volto sono quanti chiedono al governo di Parigi maggiore autonomia dell'isola, la quale, dalla fine del XVIII secolo, è entrata a far parte dei confini politici francesi. Un legame, quest'ultimo, che a molti abitanti dell'isola non piace perché per etnia, storia, cultura e lingua sono più legati all'Italia che alla Francia. Ma della Corsica cosa sanno gli italiani? Il disinteresse degli italiani è condensato in queste poche righe che seguono e che sono tratte dal volume "Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni". 
Nel corso dell'Ottocento la Corsica è stata francesizzata e anche di fronte all'attuale atteggiamento nazionalista della Francia, si deve registrare la quasi totale indifferenza degli italiani, i quali considerano la Corsica una semplice meta turistica. La francesizzazione della Corsica è stata descritta dallo studioso Olivier Durand con queste parole:

"A partire dalla seconda metà dell'Ottocento il francese incomincia a prendere piede nella borghesia isolana: innalzamento sociale, carriere amministrative, militari ecclesiastiche vanno di pari passo con francofonia. Assume valore simbolico l'anno 1861, data di nascita del Regno d'Italia e di morte dell'ultimo appassionato difensore della lingua italiana in Corsica, Salvatore Viale, contemporaneo di Alessandro Manzoni".
Fino al 1768, dunque, la storia della Corsica si intreccia profondamente con quella dei tanti stati italiani che si dividevano la Penisola; tra le due guerre mondiali, durante il regime fascista, si registrò, nell'isola, una sensibilità verso l'Italia grazie all'impegno e all'opera di intellettuali come Bertino Poli e Petru Giovacchini.
La cultura italiana, nonostante l'opera di francesizzazione operata dal governo di Parigi, si manifesta, oggi, nei dialetti locali: è molto vicino al toscano la parlata dei còrsi che vivono nella parte settentrionale dell'isola, mentre è affine al gallurese, e quindi al sardo, la parlata a sud dell'isola. 


 Nella foto viene riportata la lapide che commemora alcuni dei tanti patrioti còrsi uccisi in questi ultimi 250 anni.

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