Treviso tra smog e cemento: l’urgenza di tornare a piantare alberi di Carlo Silvano Si parla molto, giustamente, di riduzione delle emissioni prodotte dalle automobili e dalle caldaie delle abitazioni. Si moltiplicano gli appelli al risparmio energetico, agli incentivi per le ristrutturazioni, alla mobilità sostenibile. Ma mentre si invita il cittadino a fare la propria parte, nelle città si continua spesso a consumare suolo come se fosse una risorsa inesauribile. Anche Treviso non è immune da questa contraddizione: ettari di terreno vengono inglobati dal cemento per ospitare nuovi manufatti di dubbia utilità collettiva, tra cui l’ennesimo supermercato che si aggiunge a una già lunghissima lista. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Meno verde significa meno ossigeno, più caldo d’estate, più inquinamento che ristagna. Gli alberi non sono un semplice elemento decorativo, ma una vera infrastruttura naturale: assorbono anidride carbonica, trattengono le po...
Quando il silenzio inganna: riflessioni pedagogiche sull’uso precoce del telefonino Anche recentemente ho incontrato una mamma accompagnata dalla sua bambina di pochi mesi, ancora nel passeggino. Per poter parlare con me senza interruzioni, la signora ha messo in mano alla piccola il proprio telefonino. Le ho detto che, anche se la bambina avesse pianto, non mi avrebbe disturbato. Con molta naturalezza la mamma ha risposto che “una mezz’ora al giorno non fa male” e che così la figlia “sta buona”. Questo breve episodio mi ha spinto a riflettere su un fenomeno ormai molto diffuso: l’uso del telefonino come strumento per calmare i bambini fin dalla primissima età. La tranquillità apparente che un telefonino può offrire è spesso ingannevole. Nei primi anni di vita il bambino costruisce il proprio mondo interno attraverso il contatto diretto: lo sguardo dell’adulto, la voce, il gesto, gli oggetti da toccare e scoprire. Un telefonino, con le sue luci e i suoi suoni, può catturare l’at...