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Non avrai altro Dio al di fuori di me

 

 

Un solo Signore:

la fedeltà al Primo Comandamento

nell’era del sincretismo

di Carlo Silvano

Ogni giorno il primo comandamento – “Non avrai altro Dio al di fuori di me” (Es 20,3) – viene messo alla prova non solo da forme esplicite di idolatria, ma anche da un sincretismo più sottile. Molti fedeli, attratti dalle pratiche orientali o da filosofie alternative, rischiano di contaminare la purezza della fede cattolica, adottando tecniche spirituali che, pur spesso innocue in apparenza, introducono concezioni che disperdono il primato di Dio.

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), il Primo Comandamento difende la fede, la speranza e la carità. Richiede vigilanza e prudenza nel “nutrire e custodire la nostra fede” e nel respingere i suoi nemici: dal dubbio volontario all’eresia, dall’apostasia alla superstizione1. Pratiche come oroscopi, magie, viaggi interiori senza ancoraggio cristiano vengono categorizzate come superstizioni2. Esse non solo distolgono dall’adorazione del vero Dio, ma spesso veicolano una visione dell’uomo come centro del proprio destino, contraria alla logica cristiana del dono e della grazia.

Il CCC prosegue affermando: “Il primo comandamento condanna il politeismo… Esige dall’uomo di non credere in altri dèi che nell’unico Dio”3. E proprio questa tensione verso l’unicità di Dio porta a respingere ogni forma di divinizzazione delle creature, siano essi poteri universali, energie cosmiche, divinità ancestrali o anche se stessi.

Alla luce del Vangelo, Gesù riassume il comandamento: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore…” (Mt 22,37‑38). Non si tratta solo di obbedire, ma di stabilire una relazione d’amore esclusiva, che non tolleri compromessi con altre vie spirituali. Ogni forma “amore diviso” (dipsatia) frena la nostra risposta alla grazia e alla missione affidataci da Gesù Cristo4.

Sul piano sociologico la tentazione del sincretismo trova terreno fertile: desiderio di esperienze spirituali alternative, ricerca di benessere interiore, aspirazione ad armonie globali. In Italia e nel mondo occidentale vediamo proliferare yoga laici, meditazione “non religiosa”, ritualità orientali presentate come neutre. Ma la neutralità spirituale non esiste: ogni visione porta con sé antropologie e cosmologie. La prudenza, suggerita dal Catechismo, richiede discernimento: dobbiamo respingere ciò che contrasta con la rivelazione cristiana e la vita della Chiesa5.

La grande sfida pastorale è allora offrire percorsi autentici di spiritualità cristiana, radicati nella Parola, nei Sacramenti e nella vita comunitaria. Accompagnare i fedeli, specie i giovani, a riconoscere le seduzioni del “nuovo pensiero” come deviazioni, non come innocue pratiche. Ciò esige “robuste” catechesi, formazione alla preghiera cristocentrica e conoscenza del cristianesimo autentico come esperienza di libertà dall’idolatria di sé.

Ritornare al cuore del Primo Comandamento significa anche riscoprire i grandi tesori della tradizione cristiana: l’ascesi, la contemplazione, la carità vissuta nell’Eucaristia e nella compassione. Un cristiano formato e saldo non ha bisogno di pratiche aliene: la sua interiorità fiorisce nella comunione con Cristo e nella vita della Chiesa.

In sostanza, attraverso teologi, pastori e educatori, il compito della Chiesa è testimoniare che amare Dio con cuore unico è possibile e rende liberi. Non è un ritorno a un purismo sterile, ma un invito a una maggiore radicalità: un amore totale che mette al centro il Cristo risorto e rigetta ogni pratica o idea che tenda a soppiantarlo. Così il Primo Comandamento diventa non un’imposizione sorda, ma un appello a una fedeltà gioiosa e feconda, capace di generare spiritualità matura nell’oggi.

Questo richiamo non mira a isolare, ma a spezzare le catene del sincretismo, a coltivare cuori attentamente orientati a Gesù Cristo, unici e fedeli adoratori del Signore vivente, Uno e Trino.

  1. CCC 2088-2089 – Tratta dei peccati contro la fede: il dubbio, l’incredulità, l’eresia, l’apostasia e lo scisma.

  2. CCC 2110-2111 – “La superstizione rappresenta una deviazione del sentimento religioso”.

  3. CCC 2112-2114 – Il comandamento esige l’adorazione del solo Dio e condanna ogni forma di politeismo.

  4. Mt 22,37-38; cfr. Deuteronomio 6,4-5 – Il comandamento fondamentale dell’amore esclusivo verso Dio.

  5. CCC 2115-2117 – Sottolinea l’incompatibilità della fede cristiana con pratiche come astrologia, spiritismo, magia, uso di energie occulte.

     

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