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Visualizzazione dei post da febbraio, 2024

La Quaresima tra digiuno e crescita spirituale

  La Quaresima tra digiuno e crescita spirituale La Quaresima, periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, è un momento cruciale nell’anno liturgico cristiano. Questo periodo di riflessione, penitenza e preparazione spirituale ci invita a rivivere l’esperienza di Gesù nel deserto, dove per quaranta giorni e quaranta notti digiunò e resistette alle tentazioni. Una pratica che, se ben compresa e vissuta, può portare a una crescita spirituale profonda e significativa. Ci sono persone che ritengono di poter vivere bene la Quaresima dimostrandosi in questo periodo più “buoni” con il prossimo, e di conseguenza trascurano il digiuno. Gesù, però, dicendoci che le persone bisognose saranno sempre con noi e che occorre amare il prossimo come se stessi, ci invita ad essere sempre generosi e solidali con le persone che ci sono accanto, e non solo per poche settimane nel corso di un anno. In altre parole, Gesù ci ricorda che l'amore e la compassione non possono aspettare un periodo specif

Alla ricerca della pace per conoscere Dio

  Ubi Deus i bi p ax: all a r icerca della p ace per conoscere Dio e dare un senso alla propria esistenza È facile perdersi n el tumulto della vita moderna, tra le innumerevoli distrazioni e le richieste incessanti del quotidiano. Siamo immersi in un mondo frenetico, costantemente connessi a dispositivi e circondati da un costante flusso di informazioni. In mezzo a questa frenesia, il motto latino “Ubi Deus i bi p ax” risuona come un invito a cercare la pace in luoghi lontani dai rumori del mondo, in eremi e boschi, dove il silenzio diventa un rifugio per l’anima assetata di tranquillità e significato.  Il richiamo a cercare Dio in luoghi tranquilli e remoti non è solo un invito religioso, ma una proposta universale per ritrovare l’equilibrio interiore. Soprattutto per i giovani, immersi in una società che spesso valorizza l’efficienza e la produttività, la ricerca di spazi di silenzio diventa un atto di resistenza, un modo per riconnettersi con la propria essenza e

Racconto breve: il rifugio dell'anima

  L’arduo sentiero del bosco si snodava tra alberi secolari, sussurrando antiche preghiere nella brezza leggera che danzava tra i rami. Marco e Sabrina camminavano in silenzio, accompagnati solo dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie sotto i loro passi. Avevano varcato l’ingresso dell’antico eremo, e subito li aveva colpiti il motto inciso sulla pietra, “Ubi Deus ibi pax”, che ora risuonava nei loro cuori come un’antica melodia.  L’eremo , avvolto in un’atmosfera di semplicità e sacralità, si presentava con la sobrietà tipica degli eremi francescani. Pareti di pietra nuda, finestre austeramente piccole, e un profumo penetrante di incenso che si intrecciava con l’odore terroso del bosco circostante. Marco e Sabrina procedevano con rispetto attraverso gli angusti corridoi, dove l’eco dei passi sembrava riverberare la storia di innumerevoli preghiere e meditazioni.  I due giovani si soffermarono davanti a una piccola cappella, illuminata da una tenue luce che filt

Lina Merlin, un libro per ricordare il dramma dei bordelli

    Ricordare affinché le tragedie avvenute in passato non si ripetano più come, invece, sta accadendo in diversi Paesi anche europei...    Negli anni Cinquanta del secolo scorso una giovane donna scrisse la seguente lettera alla sen. Lina Merlin:   « Ci sono tante e tante ragazze ingenue e povere come lo ero io che ci cascano dentro, ci sono i vampiri (si riferisce ai titolari dei bordelli, ndr) che succhiano il sangue delle povere ragazze, ma se queste case non ci fossero anche se una sbaglia una volta non ha più la possibilità di andare dentro. Quando una di noi è nel giro, se proprio non è finita non la lasciano più uscire, perché oltre a tutto ci fanno firmare tante cambiali, ci indebitiamo per vestirci per le malattie per tutto.. .».   Questo brano è tratto da una breve lettera che una giovane donna scrisse alla senatrice Lina Merlin , strenua sostenitrice della chiusura dei bordelli. In questo toccante messaggio, si dipinge un quadro di sofferenza, ingenuità e disperazione che

Gesù, è un amico o è Dio ?

  Gesù, amico o Dio ? Nel corso della storia molte sono state le interpretazioni e le relazioni umane attribuite a Gesù Cristo. Tuttavia, è cruciale riflettere sulle parole stesse dei Vangeli, che ci rivelano una verità fondamentale: Gesù è una delle tre persone della Santissima Trinità, e quindi è Dio . La sua divinità, sottolineata chiaramente nei Vangeli , ci invita ad adorarlo e ciò va oltre il semplice rapporto amichevole.  Nei Vangeli, Gesù si rivolge ai suoi discepoli chiamandoli amici con queste parole: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Giovanni 15,15). Questa affermazione, pur esprimendo una relazione di profonda intimità, non deve farci perdere di vista la sua divinità.  Nelle Sacre Scritture, emerge chiaramente il messaggio della divinità di Gesù. Il Vangelo di Giovanni, ad esempio, inizia affermando che “Nel principio era

Cercare la verità con Publio Cornelio Tacito e Gesù Cristo

  Cercare la verità con Tacito e Gesù Publio Cornelio Tacito affermò che “La verità si rafforza con la luce e con il tempo, la menzogna invece con la fretta e il mistero”. Questa dichiarazione, pur appartenendo a un contesto diverso, offre uno stimolo significativo per approfondire riflessioni di spiritualità cristiana. I Vangeli, ad esempio, offrono insegnamenti che si allineano con questa prospettiva, illuminando la strada verso la verità attraverso la luce della comprensione e la pazienza del tempo.  Gesù Cristo, ad esempio, proclamò: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12). Questa dichiarazione evoca un legame profondo tra la luce e la verità. La luce di Cristo illumina le ombre dell’ignoranza e della confusione, svelando la verità divina che risiede nelle Scritture.  Attraverso la parabola del seminatore (Matteo 13,3-23), poi, Gesù spiega che il seme della Parola divina cade su terreni diff