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Visualizzazione dei post da 2013

Боярин di Carlo Silvano

" Il boiaro - Боярин" является первым романом итальянского писателя и журналиста Kaрлo Сил в a н o , и также, как и сам автор объясняет, его перв oe издание было опубликовано в 1989 году; в данном случае мы имеем в виду его издание 2012-ого года. От чтения предисловия под редакцей Массимо Валли получается, что это не исторический роман и что он таким никогда не был задуман ( чт ò и сам автор объявляeт и постепенно становится все более очевивным при чтении). История происходит в первые месяцы русской революции и начинается с четкой картиной: Иван Васильевич, боярин, бывший хозяин какой-то усадьбы и сейчас, под видом общего крестьянин a, зарабатывающий средства к существованию совсем по-другому от того, как он был привыкл, возвращается один в дом, в темноте и холоде, с несколько продуктов на запас . Он знает, что его

Il boiaro, letto da Fanny Grespan

È freddo. È Russia. È il millenovecentodiciassette. Un’inquietudine crescente, un senso di malessere mi invadono; sono una lettrice nata quasi sessant’anni dopo, in un Paese abbastanza caldo, poco avvezza alla neve; di storia ne è passata tanta sotto i ponti, diciamo che in genere mi è scivolata addosso senza che io la vivessi, tuttavia dovrebbe essermi abbastanza chiaro da che parte stare. Bellissima l’allegoria dell’uccisione del maiale: un arcaico rito annuale, obbligatorio per la comunità, che mi ha di colpo gettata in un passato ormai lontano che credevo avere dimenticato, in un’aia che adesso non c’è più. Chiunque abbia sentito gli urli strazianti di un maiale che viene ucciso difficilmente li dimentica, ma ciò non toglie che rinunci al gustarne la carne; del resto, i porci vengono uccisi proprio perché il padrone si sazi con le loro carni. Fa parte dell’ineluttabile. Lo stesso boiaro, Ivan, non si è mai chiesto se fosse giusto o meno tenere sottomessi i servi, che pure

Il boiaro letto da Sebastiano Parisi

“ Il boiaro ”, ideato già nel 1986, è il primo romanzo di Carlo Silvano e, come spiega l’autore, la sua prima edizione risale al 1989; quella di cui trattiamo ora è la sua riedizione del 2012, appositamente rivista e corretta. Leggendo la prefazione realizzata da Massimo Valli, si scopre come il romanzo non sia storico e mai sia stato concepito come tale, cosa che è l’autore stesso a dichiarare, ma che si percepisce comunque gradualmente con la lettura. La vicenda è ambientata nei primi mesi della Rivoluzione russa e comincia con un’immagine chiara: Ivan Vasil’evic, un ex-padrone di una fattoria, che, arrangiatosi a vivere in tutt’altra maniera da come era abituato, sotto la falsa identità di un comune popolano, sta tornando verso casa solo, nel buio e nel gelo, con un po’ di provviste. Ad aspettarlo sa di trovare la sorella Anastasia e la cameriera Nina, tuttavia giunto nei pressi del rifugio, vede delinearsi un tragico scenario. Si trova davanti all’uscio di casa i suoi nemici,

I miei amici, incontro pubblico a Villorba

Rassegna stampa Villorba - Prevenire il bullismo adolescenziale coltivando valori come l’amicizia e la solidarietà tra ragazzi. Un fenomeno tutto da studiare, stando ai dati che verranno presentati oggi nell’incontro pubblico aperto alla cittadinanza e soprattutto ai genitori, che si terrà nella scuola media “Giuseppe Scarpa” di Villorba dalle 17.30 alle 19.30. Uno studio risultante da un questionario distribuito alle classi terze delle scuole medie inferiori, che verrà discusso da Adriana Michielin, presidente del circolo “M. Serao”; il sociologo Carlo Silvano; la psicologa Rita Giannetti; Paola Stefanelli e Mara Quarisa (Edumecom della Provincia di Treviso) e Emanuela Poli, dirigente dell’istituto comprensivo di Villorba e Povegliano. I quesiti, a cui hanno risposto 225 ragazzi (116 femmine e 109 maschi) su 250, dell’età tra i 13 e i 14 anni, sono incentrati sull’amicizia in senso ampio. Come e dove si stringe amicizia tra coetanei, quali attività si svolgono quando ci si ritrov

Olivo Bolzon, diario di un prete spazzino

E' un diario breve ma ricco di  spunti per la riflessione personale  quello che don Olivo Bolzon ,  classe 1932 e parroco  emerito di San Floriano di  Castelfranco Veneto (Tv), ha pubblicato  recentemente (“ Diario. Un prete della diocesi  di Treviso racconta la propria  esperienza  lavorativa come spazzino nella città di  Colonia nel 1964 ”, Ogm editore 2007, pp.  80, euro 8.00, isbn 978-88-95500-01-0). E’  stato scritto nel 1964 quando don Olivo,  prete da nove anni, si presentò nella città  tedesca di Colonia per fare lo spazzino:  andò ad abitare in un casermone con altre  130 persone e i suoi compagni di lavoro non  conoscevano la sua vera identità, così che  egli ebbe la possibilità di conoscere da  vicino un mondo, quello operaio, fatto di  incertezze e timori per il futuro, di lavori alienanti  e monotoni, di valori profondi e   anche tanta diffidenza verso i preti. Il libro ha ottenuto  il patrocinio morale dall’Associazione culturale  “ Nizza italiana” ed è inserito nell

Caro libro ti racconto... Liberi relcusi

In questi giorni su Telecittà è andata in onda la quinta puntata della trasmissione " Caro libro ti racconto ", condotta da Alice Ferretti e dedicata al libro " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti" .  Nel corso del programma televisivo ho avuto modo di descrivere la realtà dell'Istituto penale per i minorenni del Triveneto e quella del sovraffollamento del carcere di Treviso. Col prof. Armando Fiscon e con l'editore Marco Serri , ospiti del programma, si è parlato anche del mercato criminale degli stupefacenti, della condizione dei reclusi stranieri e della necessità di garantire la certezza della pena. Il programma è stato arricchito con alcuni servizi girati nel carcere di Padova. A mio avviso, uno dei problemi dell'Istituto penale per i minorenni è il "buonismo" che anima alcuni operatori e volontari della struttura: un "buonismo" che tende a minimizzare i reati dei reclusi così che non li porta a comprendere il male c

Giorgio Napolitano: Presidente degli italiani (compresi i padani della Lega nord)

La conferma di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica italiana è avvenuta anche col sostegno della Lega nord. Devo riconoscere che Napolitano è stato profetico quando - a metà anni Novanta - rilasciandomi un'intervista (allora era Ministro dell'Interno) mi disse che la Lega nord non rappresentava un problema per le Istituzioni repubblicane e per l'Unità del nostro Paese. In quegli anni scrivevo per diverse testate giornalistiche - come il settimanale "Metropolis" e il quotidiano "Il Giornale di Napoli" - e la Lega nord rumoreggiava a forza di tentativi per lacerare l'Italia, e per dividere gli onesti dai disonesti, i buoni dai cattivi, i ricchi dai poveri, e altro ancora...  Tramite il deputato Aldo Cennamo ebbi la possibilità di parlare per alcuni minuti con Giorgio Napolitano che, in veste di Ministro degli Interni, si trovava a Ponticelli per un confronto con i cittadini, e così ebbi modo di porgli diverse domande. Napolitano fu chi

Corsica, è sempre vivo il legame con l'Italia

Ancora sangue nell'isola della Corsica:  ad ottobre del 2012, ad esempio, a cadere sotto i colpi di alcuni sicari  è stato il noto avvocato, ed esponente del movimento per l'autonomia della Corsica, Antoine Sollacaro. I n questi ultimi tempi a finire nel mirino di assassini ancora senza un volto sono quanti chiedono al governo di Parigi maggiore autonomia dell'isola, la quale, dalla fine del XVIII secolo, è entrata a far parte dei confini politici francesi. Un legame, quest'ultimo, che a molti abitanti dell'isola non piace perché per etnia, storia, cultura e lingua sono più legati all'Italia che alla Francia. Ma della Corsica cosa sanno gli italiani? Il disinteresse degli italiani è condensato in queste poche righe che seguono e che sono tratte dal volume "Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni".  Ne l corso dell'Ottocento la Corsica è stata francesizzata e anche di fronte all'attuale atteggiamento nazionalista della Francia

Chi erano i boiari?

In genere chi si avvicina al mio romanzo intitolato "Il boiaro" mi chiede: chi erano i boiari? Ecco cosa si legge nella Treccani.it : boiaro  (ant.  boiardo ) s. m. [dal russo  bojar , che è dallo slavo ant.  boljar ŭ , di etimo incerto; cfr. il gr. biz.  βολιάδες  che nel sec. 10° indicò i capi dell’aristocrazia bulgara; la forma  boiardo  attrav. il fr.  boyard ]. –  Denominazione con la quale erano indicati fin dal medioevo i nobili russi, che, in origine capi militari, divennero poi proprietari di latifondi e di servi; la loro autorità fu gravemente scossa nella lotta contro lo zar Ivan IV il Terribile, nella prima metà del sec. 16°, e cessò definitivamente con la rivoluzione russa nel 1917. Con lo stesso nome si designarono anche i nobili che formavano l’aristocrazia romena e bulgara.  [...]. (edizione del 2019, per informazioni cliccare su Il boiaro di Carlo Silvano ) (edizione del 2012 pubblicata con l'editore Armando Fiscon)

Revine Lago: museo archeologico didattico

Lunedì in albis: visita al Parco archeologico didattico del Livelet (Revine Lago - Treviso).

Il Papa offre speranza ai giovani detenuti

Questa sera ho partecipato alla Santa Messa. Durante il rito della lavanda dei piedi ho pensato a papa Francesco che oggi pomeriggio è stato in un carcere minorile per "lavare i piedi" e per offrire speranza ai giovani detenuti. Mi auguro che il prossimo anno, in occasione della lavanda dei piedi, il Papa "scelga come apostoli" le donne che hanno subito violenza e quanti sono stati vittime dei pedofili.

Papa Francesco I e i Lavoratori

Martedì 19 marzo, davanti anche ai capi di Stato e di Governo, Francesco I ha affermato che " Il vero potere è il servizio. Il Papa deve servire tutti, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli... Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’ della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! ".  Sono parole molto forti e che tutti devono far proprie anche in ambito familiare, tra i propri amici e conoscenti e, soprattutto, anche sul posto di lavoro. Se ci pensiamo, è proprio durante l'orario di lavoro che ci vengono richieste le nostre migliori energie e il nostro tempo più “prezioso”: in tanti luoghi di lavoro i problemi sono tanti e complessi, e come cittadini siamo chiamati non solo

Processo ai marò: possono restare in Italia

La decisione di far restare in Italia i due marò è, a mio avviso, legittimata dai troppi ritardi della magistratura indiana. I processi sono stati spesso rinviati e ciò ha giustificato il trattenimento in Italia; comunque, tutto questo non significa che i due militari italiani debbano sottrarsi al processo che, invece, dev'essere celebrato. Qualora ci fosse una condanna definitiva, i due marò potrebbero anche scontare la pena nelle carceri italiane.

Francesco I: il Papa della speranza

Tra qualche giorno inizierà ufficialmente il pontificato di papa Francesco I: mi auguro che il Papa conservi la sua fede in Dio e possa sradicare dalla Chiesa l'erba cattiva, come l'omertà, la gestione finanziaria finalizzata ad accumulare ricchezze e certi misteri che screditano il Vaticano (si pensi alla scomparsa di Emanuela Orlandi). Spero anche che il Papa possa fare qualcosa di concreto per garantire la dignità delle donne, gli autentici diritti dei bambini e la libertà religiosa alle persone di tutto il mondo. Mi auguro anche che quando papa Benedetto XVI si insedierà nella sua sede definitiva possa contribuire - con la sua preghiera - a fare del Vaticano un autentico centro spirituale.

Libro di Olivo Bolzon edito da Carlo Silvano

Su " La Nuova Venezia " del 26 febbraio 2013, a firma di Lieta Zanatta , è stata pubblicata una recensione al libro di Olivo Bolzon intitolato " Mi ha mandato ad evangelizzare. Riccardo Povoli operaio ", edito da Studio editoriale carlo Silvano 2012.

Carceri, quale ruolo per il volontario?

Le carceri italiane stanno scoppiando e di certo il futuro Parlamento avrà altre priorità da affrontare (come tasse, lavoro, istruzione, sanità, ecc.), piuttosto che preoccuparsi sia delle condizioni dei detenuti, in molti casi disumane, che dei disagi di quanti, a vario titolo, lavorano nelle case circondariali. Se per il futuro non si prevedono importanti cambiamenti nella politica carceraria, ed è necessario comunque garantire la certezza della pena insieme al recupero della persona detenuta, occorre allora anche ripensare ad un miglioramento della presenza dei volontari nelle varie realtà carcerarie. Personalmente condivido l'azione di volontariato che don Marco Di Benedetto sta perseguendo nel carcere di Rebibbia: intervenendo ad un recente incontro sulla realtà carceraria svoltosi presso la libreria delle Paoline a Treviso, don Marco ha sostenuto che il volontario non deve recarsi in carcere per garantire i diritti del detenuto, ma per permettergli di esercitare un diritto c

Case chiuse? Meglio di no

Ho letto in questi giorni il libro “ Lettere dalle case chiuse ”, a cura di Lina Merlin e Carla Barberis, pubblicato nel 1955. E' una raccolta di settanta lettere scritte da ragazze che si prostituivano e che – come esse stesse raccontano – venivano reclutate tra quante vivevano in condizioni di estrema povertà. Solo qualcuna di loro inseguiva il miraggio del guadagno facile. Guadagni, però, che solo eccezionalmente si verificavano: nei bordelli, infatti, le ragazze entravano perché povere ed uscivano per andare incontro alla più squallida miseria. Da queste lettere si evince come i controlli sanitari fossero inesistenti e consentissero il diffondersi di malattie veneree, l'alienazione delle ragazze che ogni giorno dovevano “accontentare” anche quaranta e più clienti, le umiliazioni delle prostitute più anziane che – per restare nel postrìbolo – dovevano soddisfare i “vecchi sporcaccioni”, lo sfruttamento da parte dei tenutari delle case e i silenzi della Questura. Riferend

Il boiaro, letto da don Olivo Bolzon

Imbattersi in un titolo del genere, produce istantaneamente curiosità. Immette in un ambiente di sogno e suscita il desiderio di immergersi in quel paesaggio d’incanto. Per un veneto come me, le condizioni di vita dei servi del Boiaro richiamano quelle dei nostri contadini che all’inizio del secolo scorso vivevano tutto l’inverno nella stalla. Per la mungitura il mattino presto e nella prima serata. Poi fatte le pulizie e preparato l’ambiente per il filò si riunivano per quella che era una scuola degli adulti che contemplava notizie del giorno, racconti trasmessi di generazione in generazione, e preghiera in clima di serenità e comunione. Così ci si inoltra nella lettura e si scopre immediatamente una vaga parentela, la nostra fanciullezza era più vicina a quei poveri cristi che sopravvivevano a malapena che al Boiaro. Erano sfruttati come i nostri contadini, le loro rabbie in corpo di tanto in tanto esplodevano motivate dal senso di oppressione, dal degrado sociale