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Una lettrice descrive il romanzo "La figlia del professore"

 

 
Qui di seguito propongo una recensione - con l'autorizzazione della lettrice che l'ha scritta - al mio romanzo "La figlia del professore", pubblicato da Youcanprint e reperibile sia nelle librerie fisiche che quelle in rete, come Feltrinelli Librerie, Ibs e presso lo stesso sito di Youcanprint.
 
PaolaM. ha scritto una recensione:
 
Un romanzo necessario che attraversa le ombre del nostro tempo con coraggio e compassione "La figlia del professore" è uno di quei romanzi che si leggono con un senso crescente di necessità. Non tanto per la trama, che pure è intensa e ben congegnata, ma per lo sguardo che riesce a gettare sulle ferite sommerse della nostra società. È un libro che non cerca scorciatoie emotive, non indulge in pietismi né si rifugia in ideologie facili. Al contrario: affronta la complessità dell’esistenza, dei legami familiari, della responsabilità individuale e collettiva con una lucidità rara e uno stile essenziale, quasi pudico, che riesce a colpire più in profondità proprio perché evita ogni retorica.
 
Il professore e la figlia – volutamente senza nome – sono figure simboliche e, allo stesso tempo, terribilmente reali. In loro si riconoscono le contraddizioni di due generazioni, le incomprensioni, le delusioni, ma anche il desiderio, spesso inespresso, di ritrovare un contatto autentico. La scelta dell’anonimato dei personaggi non è solo letteraria: è un modo per dire che questa è una storia che potrebbe appartenere a chiunque, a chi ha vissuto il peso di ideali traditi, a chi è cresciuto nel silenzio dei sentimenti non detti, a chi ha smarrito la strada e cerca, ostinatamente, di ritrovarla.

Uno dei meriti più grandi del romanzo è la sua capacità di intrecciare il piano personale con quello politico e sociale. Il passato del professore, impegnato in un partito progressista, impegnato nella denuncia delle speculazioni edilizie, delle nocività industriali, delle ingiustizie ambientali, è raccontato con una verità che non fa sconti. La militanza viene mostrata nella sua tensione ideale, ma anche nella sua lenta deriva verso il compromesso, la connivenza, il silenzio colpevole. È un ritratto che farà riflettere molti di coloro che hanno vissuto la politica “dal basso”, nei comitati, nei movimenti, nei consigli comunali. E che si sono trovati, ad un certo punto, a chiedersi: dove abbiamo sbagliato?
 
Parallelamente, la figlia rappresenta una generazione che spesso si trova a vivere sulle macerie di quelle promesse non mantenute. È una giovane donna che ha conosciuto la solitudine, la marginalità, la vulnerabilità estrema. La sua storia tocca temi cruciali come la prostituzione, la dipendenza, l’abbandono. Ma lo fa con una grazia narrativa che non spettacolarizza mai il dolore, che riesce a restituire complessità anche là dove il giudizio sembrerebbe scontato.
 
Dal punto di vista stilistico, il romanzo è asciutto ma lirico, capace di passare dal registro dell’introspezione più profonda a quello del racconto sociale senza perdere mai coerenza. La scrittura è sobria, misurata, ma ricca di passaggi memorabili, frasi che restano impresse e che si vorrebbe sottolineare per poi tornare a meditare.

È un libro che ha molto da dire, soprattutto ai giovani lettori: a chi cerca risposte, a chi si interroga sul proprio posto nel mondo, a chi ha bisogno di sentire che anche nel buio più fitto può esistere un filo da cui ripartire. Ma è anche un romanzo che parla a chi ha vissuto stagioni diverse, a chi ha militato, lottato, perso e forse, in qualche modo, si è smarrito. Perché "La figlia del professore" è, prima di tutto, una storia sulla possibilità di rimettersi in cammino.
 
Consiglio questo libro non solo perché è ben scritto e toccante, ma perché fa bene. Fa bene alla mente e al cuore. Invita a pensare, ma anche a sentire. A ricordare, ma anche a immaginare. E in tempi come questi, in cui l’indifferenza sembra diventata una strategia di sopravvivenza, un libro così ha il valore di un gesto controcorrente. Un gesto che ci dice: sì, possiamo ancora prenderci cura gli uni degli altri. Anche solo con una storia.
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Per maggiori informazioni sul romanzo "La figlia del professore" cliccare sul seguente collegamento: La figlia del professore

Commenti

  1. Un lettore mi ha inviato il seguente messaggio: "La figlia del professore" è un romanzo maturo, coraggioso e profondamente umano. Ha l’ambizione – e la capacità – di parlare non solo di due personaggi, ma di una condizione diffusa: la frattura tra generazioni, la difficoltà a comunicare, l’erosione degli ideali, la fame di senso. È un libro che può e deve circolare, in particolare tra chi lavora nel sociale, tra insegnanti, educatori, militanti e giovani in cerca di strumenti per comprendere il proprio disagio.

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