Gesù ci avverte con parole chiare e profetiche:
«Sarete traditi, consegnati, odiati a causa del mio nome… ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato» (Mc 13,13).
La vita cristiana non è un sentiero comodo: è una strada che passa attraverso prove, incomprensioni, talvolta persino persecuzioni. Ma non è una via solitaria: lo Spirito Santo è con noi, Consolatore e Difensore, Colui che ci ricorda le parole di Cristo e ci sostiene quando la fede vacilla.
Il Catechismo ci insegna che la perseveranza è un dono della grazia:
«La perseveranza finale è un dono di Dio. Essa non può essere meritata, ma Dio la concede a coloro che la chiedono» (CCC 2016).
Contemplando questo mistero, vediamo la nostra vita illuminata da una certezza: la fedeltà quotidiana, anche nelle piccole cose, è la via che prepara l’incontro eterno con Dio. Non è il rumore del mondo a salvare, ma la silenziosa costanza del cuore che rimane saldo in Cristo.
Lo Spirito Santo, sorgente di fortezza e di pazienza, ci educa a non cedere alla paura, a non lasciarci ingannare dall’odio o dallo scoraggiamento. È Lui che ci dona quella perseveranza che non è ostinazione, ma amore fedele: l’amore che continua a dire “sì” a Dio, anche nelle notti più oscure.
La Vergine Maria di Nazareth, che ha perseverato sotto la croce e ha atteso il compimento della promessa nella preghiera del Cenacolo, ci accompagna in questo cammino. Lei ci ricorda che ogni fedeltà custodita nell’umiltà prepara la gioia della salvezza eterna.
Pregando questo mistero, chiediamo lo Spirito Santo perché rafforzi la nostra fede, ci renda costanti nell’amore e ci doni di arrivare fino alla fine del pellegrinaggio terreno con lo sguardo fisso su Cristo. Allora, e solo allora, entreremo nella pienezza della Vita, dove il nostro “sì” diverrà eterno canto di gloria. (Carlo Silvano)



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