Anche recentemente papa Bergoglio è intervenuto su un tema cruciale per il futuro dell’Italia e di altre nazioni: la denatalità. La mancanza di figli non è solo un problema demografico, ma ha anche profonde implicazioni sociali, economiche e culturali. Le case senza bambini diventano “luoghi molto tristi” perché si privano di quella vitalità, gioia e senso di futuro che i figli portano con sé. Questo scenario diventa particolarmente grave in un Paese come l’Italia, dove il tasso di natalità è in declino da decenni.
Le analisi del pontefice vanno oltre i semplici numeri e colpisce il cuore delle cause sociali alla base di questo fenomeno. Papa Bergoglio individua nell’egoismo, nel consumismo e nell’individualismo tre forze principali che ostacolano il desiderio di avere figli. In una società in cui prevalgono questi valori, le persone si concentrano sempre di più sui propri bisogni immediati e meno sulle responsabilità collettive o sulle relazioni familiari a lungo termine. L’egoismo porta a evitare impegni a lungo termine, come la cura e l’educazione dei figli; il consumismo incentiva la ricerca di gratificazioni materiali e immediate, mentre l’individualismo accentua l’idea che la realizzazione personale passi solo attraverso l’indipendenza.
Questi fattori contribuiscono a un paradosso: pur essendo più ricche e con maggiori risorse rispetto al passato, molte famiglie italiane scelgono di non avere figli o di averne pochi, contribuendo a un invecchiamento progressivo della popolazione. La denatalità è il “primo problema” dell’Italia perché influisce su tutti gli altri aspetti: economici, attraverso il calo della forza lavoro; sociali, con un aumento del carico sulle pensioni e sul sistema sanitario; e culturali, mettendo a rischio la trasmissione del patrimonio identitario del Paese.
La sfida quindi non è solo incoraggiare la natalità con incentivi economici o politiche familiari, ma anche affrontare i cambiamenti culturali che hanno portato a considerare i figli come un “peso” o un ostacolo alla propria libertà. Come ha evidenziato il Pontefice in un recente incontro, la vera minaccia non è il numero di bambini che nascono, ma un contesto sociale che li rende meno desiderabili, spingendo le persone verso una vita “sazia, sola e infelice”. (a cura di Carlo Silvano)
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