Le religioni sono tutte uguali?
E'
un interrogativo fondamentale e che in questi ultimi giorni viene
affrontato in diverse sedi, in quanto certe affermazioni generano sia
tra i fedeli che tra gli ecclesiastici un senso di disagio e di
perplessità.
Ieri,
su questo argomento, ho scritto una lettera al teologo e arcivescovo
Bruno Forte (diocesi di Chieti e Vasto), che "incollo" qui di seguito.
Dopo il testo della mia lettera segue la risposta che ho ricevuto per posta elettronica da un collaboratore dell'arcivescovo Bruno Forte (in foto).
Rev.do arcivescovo Bruno Forte,
[...]. Mi
permetto di scriverle per sottoporre alla Sua attenzione una mia
riflessione personale, nata dalla necessità, a mio avviso, di
riaffermare un principio fondamentale della fede cristiana: l’unicità di
Gesù Cristo come via esclusiva per raggiungere Dio, e ritengo
importante, sia per i fedeli della Sua diocesi di “Chieti e Vasto” che
per i cattolici di tutto il mondo, avere l’occasione di poter leggere,
su questo punto, un Suo autorevole intervento.
In
un contesto moderno, in cui si pone giustamente l’accento sul dialogo
interreligioso e sulla tolleranza, sento l’urgenza di richiamare alla
centralità di Cristo nel cammino verso la salvezza. Oggi si sente
affermare che “tutte le religioni sono vie che portano a Dio”. Sebbene
questa dichiarazione possa sembrare espressione di apertura e
inclusività, essa rischia di oscurare la verità proclamata dal Vangelo:
Gesù Cristo è l’unica via verso Dio. Tale concezione relativistica,
anche se in buona fede, finisce per ridurre il sacrificio di Cristo a
una semplice opzione tra altre.
Nel
Vangelo di Giovanni, Gesù afferma chiaramente: «Io sono la via, la
verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv
14,6), escludendo qualsiasi interpretazione pluralistica. La redenzione
operata da Cristo non può essere relativizzata senza compromettere il
nucleo della nostra fede. Il pericolo di minimizzare il sacrificio della
croce è un rischio grave. La croce non è solo un simbolo di
sofferenza, ma il cuore della storia della salvezza, il segno
dell’amore redentore di Dio che ha offerto Suo Figlio per la nostra
redenzione. Come leggiamo nel Vangelo di Matteo, «stretta è la porta e
angusta la via che conduce alla vita» (Mt 7,13-14): non tutte le vie
portano alla salvezza, ma solo quella indicata da Cristo.
La
risurrezione di Gesù è poi l'evento cardine su cui si fonda la nostra
fede. San Paolo ci ricorda: «Se Cristo non è risorto, vuota allora è la
nostra predicazione, vuota anche la vostra fede» (1 Cor 15,14).
Ridurre Gesù a un semplice maestro tra tanti o equiparare la Sua via ad
altri cammini spirituali è un travisamento del significato della Sua
resurrezione e della speranza che ne deriva.
Nel
promuovere il dialogo interreligioso, è essenziale, a mio avviso,
rispettare le persone di altre fedi, ma occorre evitare di confondere o
relativizzare la verità della nostra fede. Come insegna il Concilio
Vaticano II nella dichiarazione “Nostra Aetate”,
riconosciamo i semi di verità presenti nelle altre religioni, ma
riaffermiamo la pienezza della rivelazione divina in Cristo.
Anche
l’affermazione che “siamo tutti figli di Dio” necessita di una
precisazione. San Paolo chiarisce che siamo figli di Dio per la fede in
Cristo Gesù (Gal 3,26); la filiazione divina in senso salvifico è
dunque un dono che si riceve solo tramite l’adesione a Cristo e con il
battesimo.
In
conclusione, desidero ribadire l’importanza di riaffermare che,
secondo i Vangeli, solo in Gesù Cristo si trova la via piena e
definitiva per arrivare a Dio. Il dialogo interreligioso, pur
necessario e fondamentale, non deve scadere in un relativismo che
equipari tutte le religioni, pena la perdita della verità centrale
della fede cristiana. In Cristo si manifesta pienamente la volontà
salvifica di Dio per tutti gli uomini, e il rispetto per le altre
tradizioni religiose non deve farci rinunciare a tale verità.
La
ringrazio per l’attenzione e spero di poter leggere un Suo intervento
su tale questione, così da aiutare me e tutti i fedeli cattolici che si
sentono smarriti di fronte a certe affermazioni tese a mettere sullo
stesso piano le religioni e a minimizzare la Passione, morte e
resurrezione di Gesù Cristo.
Le invio i miei più rispettosi saluti.
Carlo Silvano
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La risposta dell'arcivescovo e teologo Bruno Forte:
L’Arcivescovo
è d’accordo su quanto gli scrive e più volte nei suoi libri e articoli è
intervenuto in tal senso. La benedice di cuore.
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul collegamento: Libri di Carlo Silvano
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