«Senza sovranità non c’è futuro: così fermiamo anche la fuga dei giovani»
Intervista a Patrizia Caproni, dirigente nazionale di Democrazia Sovrana Popolare e candidata al Consiglio Regionale del Veneto
In un incontro molto partecipato a Treviso, Patrizia Caproni (DSP) pone al centro del dibattito due nodi cruciali per il Veneto e per l’Italia: la necessità di riconquistare una piena sovranità nazionale — condizione per qualsiasi reale autonomia regionale — e l’urgenza di fermare l’esodo dei giovani, sempre più attratti dall’estero in cerca di dignità professionale e qualità di vita. Fra immigrazione non governata, autonomia possibile solo “a Stato sovrano” e la promessa di una politica “libera dai padroni”, l’intervista traccia le linee di una proposta che punta a rompere gli schemi della politica tradizionale.
Patrizia Caproni, domenica 9 novembre, presso l’Hotel Maggior Consiglio di Treviso, si è tenuto un importante incontro politico con Marco Rizzo e Antonio Serena. Qual è il suo bilancio di questa iniziativa e quali riflessioni ne trae?
L'evento è stato molto partecipato, in un momento storico nel quale la partecipazione a eventi di natura politica, soprattutto in momenti di campagna elettorale, è spesso disertata, vista come “poco attraente”. Credo però che la nostra proposta politica, di rottura con i classici partiti esistenti e la visione che offrono, crei curiosità e anche molto consenso, anche in chi non ci vota (ancora!).
Per
quanto riguarda il Veneto, il suo partito propone l’introduzione di
uno Statuto speciale. Si tratta di una promessa realmente attuabile?
In che modo pensate di concretizzarla?
L’autonomia del
Veneto sarà realizzabile nella misura in cui riusciremo a ripartire
da una vera sovranità italiana. Senza sovranità non c’è
autonomia, perché è evidente che lo Stato non può cedere pezzi di
una sovranità che non ha più. La sua fattibilità è perciò
vincolata da questo primo passaggio.
Sul tema dell’immigrazione, quali sono le ragioni per cui considera questa questione una priorità e in che direzione intendete intervenire?
L’immigrazione è diventata un problema nella misura in cui non è stata governata. Oggi tutti propongono misure a breve termine, ma fino a che non poniamo, anche qui, il tema della sovranità degli Stati che stiamo continuamente sfruttando ben dopo i processi di decolonizzazione, non risolveremo mai nulla.
Molti
giovani veneti continuano a trasferirsi all’estero, non solo
per ottenere stipendi più alti, ma anche per trovare ambienti di
lavoro in cui si sentano rispettati e valorizzati. Secondo
lei, quali misure concrete servono per fermare questa fuga di
talenti?
Benessere e qualità di vita, che non significa
solo stipendi più alti, ma in generale un luogo dove una persona
possa davvero essere “felice”. Per realizzare tutto questo
servono misure molteplici e tra loro integrate: possibilità di
vivere una vita economicamente dignitosa e non al massimo ribasso;
servizi di tutti i tipi, da quelli culturali a quelli primari, fino
alla sicurezza.
Come ultima domanda le chiedo: può indicare tre buoni motivi per cui i cittadini veneti dovrebbero scegliere i candidati di Democrazia Sovrana Popolare alle prossime elezioni?
Perché siamo liberi, perché la nostra voce smaschera le finzioni della politica, perché apriremo crepe nel pensiero unico oggi di centrodestra e centrosinistra che dicono cose apparentemente diverse, ma poi devono “obbedire” agli stessi padroni: alta finanza, multinazionali, un’economia che comanda la politica. Una voce libera che può costringere a inserire nell’agenda politica anche di una maggioranza temi “scomodi”. Ne abbiamo la forza e la volontà, lo stiamo dimostrando in questa campagna elettorale. (a cura di Carlo Silvano)
[Le foto ritraggono Patrizia Caproni, Marco Rizzo e il pubblico presente all'incontro del 9 novembre]
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