Anche in questi ultimi giorni si parla di Reddito di Cittadinanza (RdC) e del futuro dei cosiddetti “navigator”, i quali hanno vinto un concorso pubblico per aiutare i percettori del RdC a trovare un lavoro.
Le polemiche che sono divampate attorno al Reddito di cittadinanza sono dovute al fatto che molti soggetti hanno percepito indebitamente questo aiuto da parte dello Stato, e molti truffatori sono stati scoperti dalle Forze dell’Ordine che hanno portato alla luce illeciti per milioni e milioni di euro.
È giusto indignarsi di fronte a queste truffe e occorre porsi qualche domanda.
In primo luogo, per percepire il RdC occorreva dimostrare di avere una serie di requisiti che dimostrassero l’effittivo stato di bisogno del richiedente, ed evidentemente non sono stati effettuati i dovuti controlli.
In secondo luogo, i cosiddetti “navigator” avevano il compito di aiutare e controllare che i percettori del RdC si adoperassero per cercarsi un lavoro. L’idea di fondo del sussidio risiedeva nel fatto che chi versa in uno stato di bisogno non ha quella lucidità di cercare un lavoro perché assillato dai problemi quotidiani, come bollette e affitto da pagare, acquisto di alimenti e vestiti, ecc., ma concedendo questo sussidio il percettore poteva “tranquillizzarsi” e adoperarsi per trovare un’occupazione lavorativa e non essere più un peso per la comunità nazionale. In questa direzione, allora, dobbiamo chiederci: i cosiddetti “navigator” erano presenti nella vita dei percettori del RdC? Se sì, avrebbero certamente scoperto le persone che – come tanti stranieri – vivevano all’estero nel proprio Paese di origine, per denunciarli alla Guardia di Finanza.
Inoltre, è bene ricordare che la persona che percepiva il RdC perdeva tale sussidio se avesse, per tre volte, rifiutato un lavoro proposto dal “navigator”, il quale, tra i suoi compiti, aveva anche quello di mettersi a cercare un lavoro corrispondente alle effettive competenze dei percettori del RdC a lui affidati.
Di fronte a certe truffe scoperte dalle Forze di Polizia si ha l’impressione, però, che i percettori del RdC riuscivano ad ottenere il sussidio grazie anche al fatto che certi “navigator” non si impegnavano a contattarli e a confrontarsi con loro per trovare una soluzione lavorativa.
In altre parole, che certi percettori del RdC fossero truffatori non dovevamo scoprirlo grazie alle indagini delle Forze dell’Ordine, ma dovevamo venirlo a sapere dai cosiddetti “navigator” intenti a cercare loro un lavoro.
Un ultimo punto da esaminare riguarda il futuro lavorativo dei “navigator”. Personalmente, penso che chi si è impegnato seriamente in questo lavoro accumulando una certa esperienza sia nel valutare le persone che hanno bisogno di lavorare, sia nell’aver conosciuto tante realtà produttive contattate per proporre dei lavoratori, potranno avere qualche concreta possibilità a trovare un impiego, ad esempio, nelle agenzie interinali o negli studi di ricerca e e selezione del personale. Se, invece, ci sono stati dei “navigator” che, contenti di avere uno stipendio, hanno trascorso due anni a girarsi i pollici proprio come hanno fatto certi percettori del RdC che vivono all’estero, allora per loro sarà difficile trovare una nuova occupazione lavorativa.
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