Villorba (Treviso) – Domenica 2 ottobre nella Casa della Comunità si è svolta la presentazione del volume “Ciò che resta di un sogno”, scritto dal prof. Lorenzo Morao e arricchito con le poesie di Maria Barbisan e con le opere pittoriche di Lorenzo Viola.
L’evento culturale è stato promosso dalla parrocchia dei “Santi Fabiano e Sebastiano” guidata dal parroco don Paolo Scattolin col sostegno del Circolo di lettura “Matilde Serao”.
A presentare gli autori del volume è intervenuta la poetessa Adriana Michielin
(circolo “Matilde Serao”) che ha sottolineato come, mettendo insieme i
propri talenti, gli autori “hanno unito il loro modo di cogliere, di
sentire e di riportare alla luce quella realtà che ha fatto parte del
passato”.
(nella foto: Adriana Michielin (a sx), Maria Barbisan (al centro) e Lorenzo Morao).
Qui di seguito viene riportato parte dell’intervento di Adriana Michielin.
Il
volume riporta modi di vivere nei paesi, nelle nostre campagne negli
anni Cinquanta e primi anni Sessanta del Novecento dove a quell'epoca la
tecnologia, per lo più, era ancora un miraggio e le ore, scandite dalle
stagioni e dai rintocchi delle campane, erano vissute con ritmi più
lenti, forse con meno affanni anche se faticose e la lingua madre era
il dialetto.
“In ciò che resta di un sogno”, che
è il titolo del libro, troviamo raccontati spazi di vita in cui la
natura, in quel periodo, aveva un certo peso; le relazioni tra persone
genuine e dal linguaggio spesso colorito avevano il profumo della
semplicità.
Un
tempo nei paesi di campagna, più o meno, si conoscevano tutti, a
differenza di adesso che manco si conoscono nello stesso condominio.
Non
c'erano i social ma il pettegolezzo aleggiava comunque rapido,
soprattutto tra le comari ed i frequentatori delle osterie, il tutto
visto in un'ottica normale.
Tra
gli abitanti non c'erano grosse pretese; alla domenica lo svago più
ambito dai maschi adulti, per staccare un po' dalle solite incombenze,
era una partita a carte in osteria con gli amici dopo aver svolto la
mungitura nella stalla.
Per
rallegrare e stampare un bel sorriso ai ragazzi più o meno grandi,
invece, nei giorni di festa bastava una granatina o una liquirizia
acquistata dopo il vespro in una bancarella, variopinta ed invitante,
collocata solitamente in piazza davanti alla chiesa.
Bastavano poche lire per un momento di felicità.
In
questo libro troviamo parecchi racconti che descrivono quelli anni,
simpatici e divertenti, ma non banali, come, ad esempio, il travaglio
vissuto da un bambino quando doveva subire un'iniezione, la quale era
preceduta dalla mitica bollitura della siringa di vetro nella scatoletta
di ferro. Un rito che sicuramente quelli di una certa età ricordano
molto bene.
Un'altra
usanza, che oggi visti i cambiamenti farebbe indignare qualche giovane,
era quella del matrimonio per procura ed in queste pagine ne viene
descritto un significativo e dettagliato episodio.
In
un altro racconto viene messa in rilievo una figura mitica di quel
tempo nel nostro tessuto sociale, l'ostetrica, che, come il medico ed il
parroco, era vista come una persona importante e rispettabile. “Portada
in palma de man” come si usa dire...
Tanti
ricordi, quindi, in questo spaccato del territorio veneto di qualche
decennio fa, alcuni ancora presenti in tanti di noi, momenti di uno
scorrere semplice, radicati nelle pieghe della nostra memoria, ai quali,
come invitano gli autori, bisogna accostarsi senza pregiudizi, con un
sorriso di comprensione e di rispetto per capire come dovrebbe essere un
rapporto leale con la natura e con la vita per poter constatare che a
volte il piccolo può contenere il grande.
Episodi
raccontati, anche attraverso il dialetto, dal prof. Lorenzo Morao, ex
docente, i cui interessi si sono fin da giovane focalizzati sulla storia
locale facendo ricerche e pubblicazioni e facendo anche si, con
l'andare degli anni e con il riaffiorare alla mente di tanti eventi che
desse origine ad una Compagnia di teatro amatoriale denominata “Il piccolo borgo antico” di Carpenedo,
E'
autore inoltre di una serie di commedie teatrali di successo la cui
scenografia, dal 2003, è curata dal pittore Lorenzo Viola fautore anche
di prestigiose opere pubbliche, documentari e tanto altro.
Con
questo libro lo scrittore Lorenzo Morao offre un affresco vivace del
tempo andato, una panoramica arricchita anche dalla profondità e
delicatezza delle poesie di Maria Barbisan e dalle illustrazioni
espressive e coloratissime del signor Lorenzo Viola che si collegano via
via ad ogni singolo racconto diventando parte integrante della
narrazione e del messaggio.
[...]
Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto ad un ricercatore impegnato nello studio del tumore del sangue.
Commenti
Posta un commento