Passa ai contenuti principali

Dario Corradini, Il valore della vita è fondamentale per chi pratica le arti marziali


ROMA - "Come tanti bambini che iniziano a praticare una disciplina sportiva appena tornati dalle vacanze, così mi sono avvicinato alle arti marziali: era il mese di settembre del 2006 e avevo 7 anni". A parlare è Dario Corradini (classe 1998), cintura nera 2° Dan che oggi si allena per il piacere di non smettere di praticare questa disciplina e con alle spalle una proficua carriera di karateca. "Studio scienze motorie, ma insegno ed alleno con lo scopo di sviluppare futuri adulti, bambini dai 3 anni fino a ragazzi di 12, perché spero di riuscire a far vivere ad alcuni di loro molto di più di quello che ho fatto io!". L'esperienza di Dario è importante perché può aiutare a comprendere l'importanza di insegnare ai bambini le arti marziali che non sono una mera attività fisica, ma anche e soprattutto una scuola di vita con un ricco patrimonio di valori, come la lealtà e il rispetto per se stessi. 
"Ho iniziato - continua Dario - in un grande centro sportivo che da sempre propone varie discipline sportive e accoglie moltissimi bambini e ragazzi del mio quartiere, il C.S.I Roma est. Lì ho conosciuto il mio maestro Salvatore Scarfone, i miei compagni e anche me stesso. Da qualche anno per esigenze di studio mi sono trasferito in un’altra società, l’A.S.D. Liberi di essere, diretta sempre dal mio maestro, con una cerchia di persone più ristretta e familiare. Allo stesso tempo seguo i miei allievi nell’A.S.D Fusolab".
(Dario Corradini durante una gara)

Dario, qual è la tua disciplina?
La mia disciplina è il Karate, stile Wado-ryu. A livello sportivo la mia specialità è il kumitè (combattimento).
Cosa ti ha spinto a frequentare una palestra di arti marziali?
Sono sempre stato un bambino molto attivo e affascinato da qualsiasi sport. Come già detto, la presenza di un grande centro sportivo nel mio quartiere, mi ha permesso di sperimentare fino a quando non ho trovato la mia strada!
Puoi descrivermi l'emozione che hai provato quando per la prima volta sei salito sul tatami per una gara agonistica?
Non lo ricordo con chiarezza, perché, in base alla mia esperienza, il percorso del Karate ti aiuta a superare paure ed ostacoli e probabilmente a dimenticarli. Sicuramente avrò provato ansia, paura, emozione come qualsiasi piccolo che inizia a competere.
Secondo te, quanto è importante per uno sportivo essere leale nei confronti dell'avversario che si affronta durante una gara?
La lealtà è tutto. Forse nelle discipline da combattimento viene espresso alla perfezione questo concetto. Due persone che hanno intenti tutt’altro che pacifici nonostante sia solo uno sport, ma che capiscono la linea di confine del loro “scontro”. Abbracciare un avversario dopo un combattimento è forse una delle più belle emozioni da provare.
Qual è il valore più importante che hai imparato praticando le arti marziali?
É il valore della vita. Dall' iniziare ad andare da solo in palestra con il proprio borsone senza essere accompagnati dai genitori al tramandare questo percorso di crescita. Dal trovare alcuni elementi che diventano per te una famiglia al trovare, perché no, i primi amori!
(Dario Corradini nel 2014)

Puoi darmi dei buoni motivi per invitare un bambino a praticare le arti marziali?
Sicuramente per lo sviluppo psico-fisico. Le arti marziali sono discipline che richiedono allenamento e capacità di coordinazione, stabilità e buona mobilità, ma allo stesso tempo pur ammettendo che può essere un percorso per alcuni tratti noioso per un bambino, un altro buon motivo è sicuramente l’apprendimento di tutte quelle virtù che vengono tramandate per tradizione.
Secondo te, che ruolo devono assumere i genitori di un bambino che si avvicina alle arti marziali?
Il consiglio più opportuno è quello di osservare molto per vedere un mondo che è leggermente diverso da altri sport e magari provare a praticarle, per capire gli ostacoli che affrontano i più piccoli quotidianamente.
Dario, qual è il titolo più importante che hai conseguito con le arti marziali e cosa hai provato quando sei salito sul gradino più alto del podio?
Il titolo più importante è il mondiale per club (WUKF), in cui nonostante fosse la mia prima esperienza internazionale sono riuscito a salire sul gradino più alto. A livello di emozioni, però, mi ha dato molto di più un mondiale in Polonia, nel 2014 quando per la prima volta sono andato all'estero per una gara. Lì ho gareggiato sotto età con la squadra Under 21 e ho conquistato una medaglia di bronzo: ero fiero di aver dato “battaglia” senza paura a qualcuno più grande di me fisicamente e mentalmente. (a cura di Carlo Silvano)
(Dario Corradini con due allievi)

_____________________

L'intervista è stata curata da Carlo Silvano, curatore di alcuni blog e autore di numerose pubblicazioni.

 
                                Per informazioni sul libro cliccare su Libro di Karate e Ju Jitsu

Commenti

Post popolari in questo blog

Nizza, città francese o italiana?

Intervista allo storico e politico Alain Roullier-Laurens LA CITT À DI NIZZA RIPENSA AL SUO PASSATO ITALIANO Ha dato i natali a Giuseppe Garibaldi, artefice dell'unità nazionale Perché in certi libri scolastici non si parla della cessione della città di Nizza e della regione della Savoia da parte del governo di Torino a quello di Parigi nel 1860? Da questo interrogativo prende lo spunto l'intervista che segue, rilasciataci da Alain Roullier-Laurens , fondatore della “ Lega per la restaurazione delle libertà nizzarde ”. Nato a Nizza nel 1946, Alain Roullier-Laurens discende per parte di madre da una famiglia residente a Nizza ancor prima del 1388, anno della dedizione ai Savoia, ed è autore di numerosi libri che hanno provocato scalpore - ogni volta che sono usciti - sull'ideologia indipendentista nizzarda, sui retroscena dell'annessione e del falso plebiscito. I libri di Alain Roullier si basano su documenti inediti ed adoperati per la prima volta, come

ROBERT ROSSI, LA FRANCESIZZAZIONE DI TENDA È INIZIATA CON I BAMBINI DELLA SCUOLA

TENDA - « Mi chiamo Robert Rossi e sono nato nel 1944: mia madre è brigasca e conobbe mio padre che svolgeva il servizio militare ne lla GAF, cioè la guardia di frontiera proprio a Briga Marittima. Dopo l’8 settembre del 1943 mio padre fu catturato dai nazisti e portato in Germania, ma finita la guerra ritornò a Briga e si sposò con mia madre per venire a mancare nel 2009 ». Inizia con queste parole l’intervista concessami da Robert Rossi (qui sotto in foto), nato italiano nel 1944 e diventato francese nel 1947, quando il comune di Tenda fu ceduto alla Francia in seguito al Trattato di Parigi. Signor Robert Rossi, a Tenda che lingua si parlava fino al 1945? E qual era il dialetto più diffuso? Oggi qualcuno a Tenda e a Briga parla ancora in dialetto? Fino al 1947 i comuni di Briga Marittima e Tenda rientravano nei confini dell’Italia e quindi la lingua ufficiale era l’italiano. A Briga Marittima era molto diffuso il dialetto locale, cioè il «brigasco», mentre a Tenda

Il dono dell'amicizia tra un sacerdote e una laica

Poche ore fa è stato chiuso in tipografia la seconda ristampa del volume " Il dono dell'amicizia ", a firma di don Olivo Bolzon e di Marisa Restello . Qui di seguito la presentazione scritta dai due Autori che descrivono la propria quotidianità vissuta insieme all'insegna del dono del celibato e del sacerdozio. Presentazione È l’occasione per ringraziare i nostri lettori che hanno accolto questa semplice testimonianza sincera e gioiosa e tanti altri che ce l’hanno chiesta e desiderano partecipare a un dono prezioso per tutti, oggi soprattutto. Proprio in questi giorni un caro amico è venuto a trovarci e a leggere insieme un piccolo brano che, secondo lui, era il centro del messaggio. Insieme abbiamo constatato che il cammino della liberazione non è né un fatto di bravura, né una via tracciata e uguale per tutti. La relazione uomo-donna diventa sempre più liberante nella misura in cui va oltre ogni problematica e si fa comunione. Pensando alla comunione, per noi