2. Il cuore in ascolto:
cosa cercano davvero i bambini in un amico
di Carlo Silvano
Che cosa spinge un bambino della scuola primaria a scegliere un amico e non un altro? Non è solo il caso, non è soltanto la vicinanza di un banco o l’assegnazione casuale di un compito in coppia. Dietro ogni amicizia che nasce c’è un intreccio prezioso di sentimenti, bisogni, somiglianze e differenze che il bambino percepisce con grande lucidità, anche se spesso non sa esprimerla a parole.
I bambini cercano prima di tutto qualcuno che li faccia stare bene. Un amico è un rifugio nei momenti di fatica, ma è anche un compagno con cui ridere, condividere un gioco, inventare una storia. I genitori, osservando da fuori, vedono talvolta relazioni che nascono all’improvviso e sembrano durare un battito di ciglia. Eppure anche quelle brevi esperienze hanno un valore: insegnano qualcosa sul modo di stare insieme, aiutano a prendere confidenza con se stessi e con l’altro.
Quando si osservano i comportamenti dei bambini, emerge con chiarezza che la scelta di un amico dipende spesso da pochi tratti essenziali: la gentilezza, la capacità di ascoltare, la disponibilità a condividere. I bambini se ne accorgono senza bisogno di spiegazioni complesse: avvertono immediatamente chi li fa sentire accolti e chi invece li mette in difficoltà. Non è raro che un bambino dica “mi piace perché è buono” o “mi piace perché mi capisce”. In queste frasi, semplici e autentiche, c’è la sintesi di un bisogno profondo: trovare qualcuno che riconosca la propria persona.
Naturalmente entrano in gioco anche affinità di carattere. I bambini vivaci tendono a cercare compagni altrettanto dinamici; quelli più tranquilli preferiscono spesso amici che non li facciano sentire sopraffatti. Ma non mancano le amicizie che nascono da differenze forti, e che proprio grazie a esse diventano occasione di crescita. Un bambino timido può sentirsi protetto accanto a un compagno sicuro di sé; un bambino molto impulsivo può trovare equilibrio vicino a chi ha un passo più lento e riflessivo.
A rendere tutto più interessante è la presenza di bambini di origine culturale diversa. Quando il gruppo è vario, le amicizie possono diventare una piccola palestra di apertura mentale. Non è importante solo imparare a rispettare chi ha abitudini differenti: è decisivo scoprire che la diversità non è un ostacolo, ma una ricchezza. Le amicizie che nascono in questi contesti offrono ai bambini un orizzonte più ampio: insegnano che il mondo non è fatto di una sola storia, ma di molte storie che possono incontrarsi.
Il clima della classe svolge un ruolo decisivo. Là dove gli insegnanti hanno saputo costruire un ambiente sereno, la scelta dell’amico è più libera e più autentica. I bambini si sentono incoraggiati a esprimere se stessi senza paura di essere giudicati. Al contrario, in contesti più tesi o competitivi, alcune amicizie nascono per protezione o per convenienza, non per reale sintonia. Anche questo dice molto sui bisogni dei bambini e invita gli adulti a interrogarsi sul valore del clima relazionale che si respira ogni giorno.
Un altro elemento che incide sulla scelta dell’amico è la fiducia. Per un bambino, fidarsi significa sentirsi al sicuro, poter raccontare qualcosa di sé senza temere che venga deriso o divulgato. La fiducia è un bene delicato, che si costruisce lentamente e può essere infranto in un attimo. Quando si spezza, spesso il bambino si ritrae, si isola o cerca nuove relazioni più rassicuranti. È in questi momenti che la presenza degli adulti diventa fondamentale: non per forzare le scelte, ma per aiutare a comprendere che le relazioni possono attraversare momenti fragili senza per questo perdere valore.
La scelta degli amici, dunque, non è un gesto istintivo privo di consapevolezza, ma una piccola architettura emotiva che ogni bambino costruisce giorno dopo giorno. Con il suo sguardo fresco e immediato, il bambino riconosce chi gli permette di essere se stesso, chi gli offre un sorriso sincero, chi lo ascolta senza criticarlo. È da qui che nasce l’amicizia: da una combinazione di vicinanza, fiducia, somiglianza e accoglienza che accompagna la crescita molto più di quanto gli adulti immaginino.
E forse il segreto è proprio questo: i bambini sanno vedere ciò che spesso gli adulti dimenticano. Sanno che un amico non è chi possiede qualcosa da mostrare, ma chi offre qualcosa da condividere. Sanno che la gioia è più grande quando è vissuta insieme e che la vita, fin dai primi anni, trova il suo volto più bello quando accanto c’è qualcuno che cammina con noi.
(nella foto: la scuola primaria di Ponte della Priula intitolata a don Lorenzo Milani)
__________________________
Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul collegamento che segue: Libri di Carlo Silvano





Commenti
Posta un commento