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Il bacino del fiume Piave: sfruttamento idrico e impatti ambientali

 

 
(fiume Piave)

Il bacino del fiume Piave:

sfruttamento idrico e impatti ambientali

di Carlo Silvano

Il fiume Piave, uno dei corsi d’acqua più importanti del nord Italia, attraversa il Veneto per circa 220 km, dalla sorgente nel Monte Peralba (Alpi Carniche) fino alla foce nel mare Adriatico. Il suo bacino idrografico copre una superficie di circa 4.126 km², caratterizzata da un’elevata diversità idrogeologica, con montagne, colline e pianura. Il Piave è stato storicamente fondamentale per l’economia e lo sviluppo del territorio, ma oggi è sottoposto a forti pressioni antropiche che ne compromettono l’equilibrio ecologico.

Il prelievo idrico dal fiume Piave

L’acqua del Piave viene utilizzata per diverse attività umane, tra cui:

  • Irrigazione agricola: il Veneto è una delle regioni con il più alto utilizzo di risorse idriche per l’agricoltura. L’acqua del Piave è impiegata per irrigare vaste aree coltivate, specialmente nella pianura veneta.

  • Produzione idroelettrica: il fiume e i suoi affluenti ospitano numerose dighe e centrali idroelettriche, che sfruttano il dislivello naturale per produrre energia. Tra i principali impianti figurano quelli del Mis e della Val Boite.

  • Uso civile e industriale: diverse città, tra cui Belluno e Treviso, prelevano acqua dal Piave per l’approvvigionamento idrico. Inoltre, molte industrie locali, specialmente quelle tessili e manifatturiere, utilizzano l’acqua per i loro processi produttivi.

Secondo stime recenti, circa il 70-80% della portata del fiume viene captato per soddisfare questi usi, riducendo drasticamente la quantità di acqua disponibile per l’ecosistema fluviale.

Conseguenze ambientali dello sfruttamento idrico

L’intenso sfruttamento del Piave ha causato una serie di problemi idrogeologici e ambientali:

  1. Riduzione della portata e alterazione del regime idrico

    La captazione massiccia delle acque ha portato a una forte riduzione della portata media del fiume, specialmente nei mesi estivi. Questo ha alterato il regime idrologico naturale, con impatti negativi sulla flora e fauna.

  2. Erosione del suolo e degrado morfologico

    La diminuzione dei sedimenti trasportati dal fiume ha causato erosione nei tratti medio e basso del corso d’acqua, con conseguenze sulle sponde e sulla stabilità dell’alveo. Questo problema è accentuato dalla presenza di dighe e sbarramenti che trattengono i sedimenti nelle zone montane.

  3. Perdita di biodiversità

    La riduzione della portata ha messo a rischio numerosi habitat fluviali. Specie ittiche autoctone, come la trota marmorata e il temolo, hanno subito un drastico declino a causa della scarsità d’acqua e della frammentazione del loro habitat dovuta agli sbarramenti.

  4. Salinizzazione della foce

    La riduzione del flusso d’acqua dolce verso l’Adriatico ha facilitato la risalita dell’acqua salmastra nelle aree di foce, con effetti negativi sull’agricoltura e sugli ecosistemi lagunari.

  5. Rischi idrogeologici

    Il prelievo eccessivo d’acqua sotterranea ha portato a fenomeni di subsidenza (abbassamento del suolo) in alcune aree della pianura veneta, aumentando il rischio di alluvioni.

Possibili soluzioni e strategie di mitigazione

Per garantire la sostenibilità del fiume Piave, è necessario adottare misure di gestione equilibrata delle risorse idriche, tra cui:

  • Maggiore regolamentazione dei prelievi idrici, limitando il consumo nei periodi di magra e incentivando l’uso efficiente dell’acqua in agricoltura e nell’industria.

  • Riconfigurazione degli impianti idroelettrici per garantire il rilascio di flussi ecologici minimi che permettano la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali.

  • Riqualificazione ambientale del fiume, attraverso interventi di rinaturalizzazione dell’alveo e ripristino della vegetazione riparia.

  • Potenziamento dei sistemi di accumulo e riuso delle acque meteoriche, riducendo la dipendenza dai prelievi diretti dal fiume.

Conclusione

Il fiume Piave è una risorsa essenziale per il Veneto, ma l’attuale livello di sfruttamento idrico sta compromettendo il suo equilibrio ecologico. Una gestione più sostenibile è fondamentale per evitare danni irreversibili all’ecosistema fluviale e garantire la disponibilità d’acqua per le generazioni future. Implementare politiche di tutela e razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche è ormai una necessità urgente.

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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul collegamento: Libri di Carlo Silvano

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