E' un libro davvero singolare quello che l'avv. Agostino La Rana ha scritto e pubblicato recentemente col titolo "Il cinema forense", perché ci introduce in una parte del mondo del cinema facendoci scoprire, con gli occhi dell'avvocato, i pregi ed i limiti di tanti film apprezzati dal grande pubblico.
Agostino La Rana, nato a Pompei nel 1963, è un affermato avvocato cassazionista autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di un romanzo, e, riguardo al suo ultimo volume, afferma: "Il libro è – innanzitutto – un censimento sul cinema forense, per essere più precisi è
il primo censimento. Proprio a causa dell’assenza di pubblicazioni in materia
ho dovuto “inventare” un metodo per censire e recensire i film, metodo che ho
illustrato nella “Introduzione” e che mi riesce difficile sintetizzare in poche
parole. Mi limito solo a ricordare che sono stati selezionati i film che hanno
un contenuto didattico per avvocati e studenti di giurisprudenza".
Avv. La Rana, perché un giurista, ed in particolare un avvocato, dovrebbe leggere il libro?
Perché
la filosofia del libro è che si può imparare il diritto e la professione di
avvocato anche guardando un film, cioè attraverso le emozioni che trasmette
l’arte cinematografica.
Qual
è, secondo lei, il contributo che il Cinema italiano ha offerto al grande
pubblico per far conoscere ed apprezzare la professione dell'avvocato?
Ho
dedicato un capitolo a questo tema. In generale, è un contributo
quantitativamente modesto se confrontato con il cinema americano, però ci sono
film decisamente significativi e ne cito soltanto due: "Avvocato !" (documentario su Fulvio Croce) e "La mazzetta" (con Nino Manfredi). Discorso a
parte merita Vittorio De Sica, l’attore che detiene il record mondiale del
maggior numero di film nei quali ha interpretato il ruolo di un avvocato: ben
sei.
Se lei dovesse scrivere la sceneggiatura di un film con un avvocato per protagonista,
quali caratteristiche pensa di poter conferire al suo personaggio?
Sicuramente
descriverei la vita e il lavoro di un avvocato di provincia, perché sono la
base dell’avvocatura. Gli avvocati che lavorano a Wall Street non rappresentano
l’avvocatura.
Nella sua lunga carriera di avvocato le è mai capitato di leggere gli atti di un
processo che potrebbero servire per una sceneggiatura?
Sì. Era
un processo nella Corte d’assise di Napoli, l’unico che ho affrontato in
quell’organo giudiziario. Si trattava di un omicidio commesso in Germania: sia
la vittima che l’assassino erano venditori ambulanti originari della provincia
di Napoli. Una esperienza indimenticabile di cui conservo traccia, perché la
descrissi in uno scritto.
Il
volume "Il cinema forense" è disponibile in formato digitale sulla
piattaforma YouCanPrint. Le chiedo: l'edizione cartacea di questo libro che
intende pubblicare più avanti sarà molto diversa da quella digitale?
No. L’edizione digitale ha il
vantaggio di essere costantemente aggiornabile, per quella cartacea sto valutando alcune proposte.
Il volume si può reperire in formato digitale dalla piattaforma YouCanPrint seguendo il link: Il cinema forense di Agostino La Rana
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