Passa ai contenuti principali

Napoli, costruiamo una città a misura d'uomo



Napoli è una città vivace, culturalmente ricca e con un glorioso passato, ma come ho constatato nei 32 anni che ho vissuto nella sua provincia, ha pure tante storture che vanno eliminate non solo dal suo assetto urbanistico, come l'assenza di parchi pubblici nel centro storico o l’incomprensibile presenza dei residui della raffineria incendiatasi negli anni Ottanta, ma anche nel carattere dei suoi abitanti.
Troppo spesso quando si parla dei napoletani si "pensa" a persone invadenti, sfacciate e prepotenti: tre caratteri negativi che possono essere racchiusi in un solo termine, ovvero "spagnoleggiante" e che tutti i vocabolari riportano. Per un secolo e mezzo la città e il regno di Napoli sono stati sotto il dominio degli spagnoli che hanno lasciato nella popolazione locale certi modi di fare che, in fondo, non le appartengono. Per me il Napoletano verace è una persona con nobili sentimenti e attento a misurare ogni parola per non offendere il prossimo. Il Napoletano verace lo incontro nelle commedie di Edoardo De Filippo quando appare con il suo stile sobrio e signorile, generoso e ottimista, altruista e umile.
Spero che la nota denominazione "Quartieri spagnoli" riferita ad una fetta della nostra città scompaia presto non solo dalla toponomastica, ma anche dal parlare quotidiano della gente e spero anche che tanti edifici vengano ristrutturati per offrire una degna immagine della città.
Spero anche che i residui della distrutta raffineria vengano rimossi e il terreno disinquinato, così da poter accogliere alberi e prati, panchine e fontane d'acqua fresca, bambini e anziani.
Spero che via Roma venga chiamata solo così e non più indicata anche col nome di via Toledo che ci ricorda i tempi bui di una dominazione straniera.
Spero che nel centro storico e nella zona portuale vengano demoliti quegli edifici fatiscenti che non hanno alcun valore storico ed architettonico, così da poter piantare alberi e avere frescura e ossigeno.
Lo so che spero in tante cose, ma è così che si parte per cambiare il mondo!

(Carlo Silvano, presidente Associazione culturale "Nizza italiana")


Napoli, Castello dell'Ovo

_________________________ 

Il presente blog è curato da Carlo Silvano



"Una ragazza da amare", breve romanzo ambientato in un liceo classico di Napoli negli anni Ottanta.


"La bambina della masseria Rutiglia" romanzo breve ambientato durante la Seconda guerra mondiale tra i comuni di Cercola e Pollena Trocchia. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Nizza, città francese o italiana?

Intervista allo storico e politico Alain Roullier-Laurens LA CITT À DI NIZZA RIPENSA AL SUO PASSATO ITALIANO Ha dato i natali a Giuseppe Garibaldi, artefice dell'unità nazionale Perché in certi libri scolastici non si parla della cessione della città di Nizza e della regione della Savoia da parte del governo di Torino a quello di Parigi nel 1860? Da questo interrogativo prende lo spunto l'intervista che segue, rilasciataci da Alain Roullier-Laurens , fondatore della “ Lega per la restaurazione delle libertà nizzarde ”. Nato a Nizza nel 1946, Alain Roullier-Laurens discende per parte di madre da una famiglia residente a Nizza ancor prima del 1388, anno della dedizione ai Savoia, ed è autore di numerosi libri che hanno provocato scalpore - ogni volta che sono usciti - sull'ideologia indipendentista nizzarda, sui retroscena dell'annessione e del falso plebiscito. I libri di Alain Roullier si basano su documenti inediti ed adoperati per la prima volta, come

ROBERT ROSSI, LA FRANCESIZZAZIONE DI TENDA È INIZIATA CON I BAMBINI DELLA SCUOLA

TENDA - « Mi chiamo Robert Rossi e sono nato nel 1944: mia madre è brigasca e conobbe mio padre che svolgeva il servizio militare ne lla GAF, cioè la guardia di frontiera proprio a Briga Marittima. Dopo l’8 settembre del 1943 mio padre fu catturato dai nazisti e portato in Germania, ma finita la guerra ritornò a Briga e si sposò con mia madre per venire a mancare nel 2009 ». Inizia con queste parole l’intervista concessami da Robert Rossi (qui sotto in foto), nato italiano nel 1944 e diventato francese nel 1947, quando il comune di Tenda fu ceduto alla Francia in seguito al Trattato di Parigi. Signor Robert Rossi, a Tenda che lingua si parlava fino al 1945? E qual era il dialetto più diffuso? Oggi qualcuno a Tenda e a Briga parla ancora in dialetto? Fino al 1947 i comuni di Briga Marittima e Tenda rientravano nei confini dell’Italia e quindi la lingua ufficiale era l’italiano. A Briga Marittima era molto diffuso il dialetto locale, cioè il «brigasco», mentre a Tenda

Il dono dell'amicizia tra un sacerdote e una laica

Poche ore fa è stato chiuso in tipografia la seconda ristampa del volume " Il dono dell'amicizia ", a firma di don Olivo Bolzon e di Marisa Restello . Qui di seguito la presentazione scritta dai due Autori che descrivono la propria quotidianità vissuta insieme all'insegna del dono del celibato e del sacerdozio. Presentazione È l’occasione per ringraziare i nostri lettori che hanno accolto questa semplice testimonianza sincera e gioiosa e tanti altri che ce l’hanno chiesta e desiderano partecipare a un dono prezioso per tutti, oggi soprattutto. Proprio in questi giorni un caro amico è venuto a trovarci e a leggere insieme un piccolo brano che, secondo lui, era il centro del messaggio. Insieme abbiamo constatato che il cammino della liberazione non è né un fatto di bravura, né una via tracciata e uguale per tutti. La relazione uomo-donna diventa sempre più liberante nella misura in cui va oltre ogni problematica e si fa comunione. Pensando alla comunione, per noi