Prefazione di MASSIMO VALLI (1) Leggere questo breve romanzo è stato come immergersi in un sogno, in un tempo diverso, non solo in senso cronologico, ma anche nel senso delle regole che definiscono comunemente il tempo. Pur avendo ricevuto in anticipo brevi, ma precise indicazioni dall’Autore rispetto al fatto che non si tratta di un romanzo storico e che come tale non è mai stato concepito, una certa “deformazione professionale” mi induceva comunque all’approccio di sempre, nella lettura di romanzi riguardanti il periodo in questione, cioè alla ricerca di punti di riferimento storici, cronologici, almeno di carattere sociale, che mi dicessero qualcosa di più di quegli avvenimenti e delle loro ragioni. All’inizio è stato quasi un sentimento automatico, dovuto, per rispetto dell’Autore. Praticamente da subito ho capito che non era l’approccio giusto. E a poco a poco ho pure compreso che la ricchezza e il valore della vicenda di Ivan, nel suo intrecciare e inter...