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Treviso, Lungo il fiume Sile nell'autunno che si scioglie

  Lungo il fiume Sile  nell’autunno che si scioglie di Carlo Silvano   Treviso - Lo scorso 22 novembre 2025 m i s on o ritrovat o ne lla sede della Canottieri Sile: con me c’erano alcuni bambini, ragazzi, giovani e adulti che osservavano il fiume con tanta curiosità . Abbiamo noleggiato una barca a remi e, dopo le istruzioni di sicurezza e qualche spinta gentile dalla riva, insieme alla nostra guida, Nicola Romano , siamo scivolati via andando contro la corrente placida del Sile grazie alla forza di un motore . La Canottieri è da sempre punto di accesso al Parco del Sile e alla voga locale, ed è stata la nostra porta di imbarco ideale per un’escursione sicura e arricchente. Il Sile è un fiume di risorgiva — il più lungo d'Europa — e questa sua natura regala acque limpide e una portata sorprendentemente costante, anche in piogge e siccità: lo si avverte dalla trasparenza appena sotto il pelo dell'acqua, dove le radici sommerse disegnano arabeschi verdi. ...
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“Dove nascono le prime amicizie: il laboratorio segreto dell’infanzia”

    ( nella foto qui sopra  la scuola elementare "Guglielmo Marconi"  a Marcon, Venezia, prima di essere demolita )   “ Dove nascono le prime amicizie: il laboratorio segreto dell’infanzia” di Carlo Silvano Le prime amicizie non sono soltanto incontri fortuiti nei corridoi della scuola o durante un intervallo particolarmente vivace. Sono, prima di tutto, un luogo interiore: uno spazio dove i bambini imparano a riconoscere ciò che li fa stare bene, a scegliere chi li fa sentire accolti, a scoprire come ci si avvicina agli altri con curiosità, timore, entusiasmo. In questo senso, l’amicizia è uno dei primi grandi “maestri” della vita. Quando un bambino entra nella scuola primaria, porta con sé un patrimonio di esperienze fatte in famiglia e nei primi anni dell’infanzia. Ha visto gli adulti interagire, ha provato a condividere giochi, ha sperimentato piccole gelosie o grandi entusiasmi. Ma è solo tra i banchi di scuola o nei cortili durante la ri...

Il Seminario diocesano? Non ha bisogno solo di numeri, ma anche e soprattutto di cuori consacrati

I l Seminario diocesano? Non ha bisogno solo di numeri, ma anche e soprattutto di cuori consacrati di Carlo Silvano Oggi la diocesi di Treviso invita a sostenere il Seminario, luogo dove maturano le vocazioni e dove i futuri sacerdoti imparano a discernere e a formarsi per il servizio alla Chiesa. Si parla spesso della diminuzione dei preti diocesani, una realtà concreta e preoccupante. Tuttavia, quasi mai si riflette con la stessa forza sull’altra metà della questione: la qualità spirituale e umana dei futuri sacerdoti, la profondità della loro vita interiore, la loro capacità di custodire il sacro, la loro fedeltà al Vangelo nella quotidianità. Il popolo di Dio oggi non attende semplicemente più sacerdoti: attende sacerdoti santi. Attende uomini di Dio che siano prima di tutto uomini di preghiera, capaci di riconoscere Cristo vivo nel Tabernacolo e di vivere in sua presenza con trepidazione e amore. Eppure, è doloroso constatare che talvolta questa sensibilità si affievolisc...

Gesù Cristo: Io sono la Vita

  “ Io sono la Vita”: i miracoli di Gesù come chiamata a risorgere di Carlo Silvano  Quando Gesù dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6), non pronuncia una frase simbolica o poetica. Egli rivela la sua identità profonda: non è un maestro tra i tanti, non indica semplicemente un cam­mino, ma è il cammino; non insegna solo la verità, ma è la verità; non parla della vita, ma è la vita stessa che si dona. Per questo, nei Vangeli, la sua parola non re­sta teorica: diventa azione, gesto, miracolo, segno del­la potenza di Dio che irrompe nella storia. Le risurrezioni operate da Gesù — la figlia di Giai­ro, il figlio della vedova di Nain e il suo amico Laz­zaro — non sono soltanto eventi straordinari. Sono un messaggio che attraversa i secoli e raggiunge ogni giovane che cerca Dio: Gesù Cristo non è venuto sol­tanto a guarire, ma a riportare alla vita ciò che sembra perduto, spento, impossibile. La figlia di Giairo (Mc 5,21-43) è una bambina...

Patrizia Caproni (DSP): «Senza sovranità non c’è futuro: così fermiamo anche la fuga dei giovani»

  «Senza sovranità non c’è futuro: così fermiamo anche la fuga dei giovani» Intervista a Patrizia Caproni, dirigente nazionale di Democrazia Sovrana Popolare e candidata al Consiglio Regionale del Veneto In un incontro molto partecipato a Treviso, Patrizia Caproni (DSP) pone al centro del dibattito due nodi cruciali per il Veneto e per l’Italia: la necessità di riconquistare una piena sovranità nazionale — condizione per qualsiasi reale autonomia regionale — e l’urgenza di fermare l’esodo dei giovani, sempre più attratti dall’estero in cerca di dignità professionale e qualità di vita. Fra immigrazione non governata, autonomia possibile solo “a Stato sovrano” e la promessa di una politica “libera dai padroni”, l’intervista traccia le linee di una proposta che punta a rompere gli schemi della politica tradizionale. Patrizia Caproni, domenica 9 novembre, presso l’Hotel Maggior Consiglio di Treviso, si è tenuto un importante incontro politico con Marco Rizzo e Antonio Serena. Qual...

La figlia del professore, Una storia del nostro tempo

Una storia che parla del nostro tempo Un fatto di cronaca avvenuto tra Milano, Monza e Brianza ha rivelato la realtà drammatica di giovani costretti a vivere in condizioni di schiavitù moderna. Sfruttati per il traffico di droga, segregati, manipolati e ridotti a strumenti di profitto da organizzazioni criminali. È una notizia che colpisce per la sua crudeltà, ma ancora di più perché rivela una ferita profonda della nostra società: la perdita del valore della persona umana, la solitudine dei giovani, l’indifferenza collettiva. Questo scenario, pur nella sua crudezza, richiama con forza i temi centrali del mio romanzo La figlia del professore : la fragilità, la mancanza di legami, il fallimento di una generazione di adulti incapace di proteggere e ascoltare. Il professore del romanzo rappresenta l’uomo che ha creduto negli ideali politici, ma non ha saputo tradurli in amore concreto. La figlia, invece, incarna il volto smarrito di chi paga il prezzo dell’assenza, di chi cerca senso e ...

Guardare oltre senza perdersi: la fede nell’epoca del controllo

Guardare oltre senza perdersi: la fede nell’epoca del controllo Nel XX canto dell’ Inferno , Dante Alighieri pone lo sguardo su un limite eterno dell’uomo: la sete di conoscere ciò che non gli appartiene. Gli indovini e i maghi, puniti con la testa rivolta all’indietro, sono il simbolo di chi ha voluto violare il mistero del tempo e del disegno divino. La loro condanna è tanto fisica quanto spirituale: il desiderio di guardare troppo avanti li ha resi ciechi al presente. Questo episodio, apparentemente lontano, parla in modo sorprendentemente attuale alla coscienza cristiana di oggi . Viviamo in un’epoca che idolatra la previsione, il controllo, la misurazione di ogni cosa: algoritmi che predicono i nostri gusti, statistiche che pianificano il futuro, tecnologie che promettono di sconfiggere la morte. In questa corsa, la fede rischia di diventare un residuo del passato, un linguaggio fragile in mezzo al rumore della certezza. Eppure, Dante ci invita a un altro tipo di sguardo: q...